MILANO – Dopo cinquant’anni la cripta della chiesa del Santo Sepolcro è di nuovo patrimonio di Milano. “Il suo cuore più antico e più glorioso – ha detto il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano – in vista del rinascimento della Grande Milano, chiamata a svolgere una funzione di stimolo per l’intero continente europeo”. Al suo fianco gli esponenti del mondo amministrativo e culturale: gli assessori regionali e comunale alla cultura Cristina Cappellini e Filippo Del Corno, mons. Franco Buzzi, prefetto dell’Ambrosiana della quale la chiesa fa parte, Antonella Ranaldi soprintendente alle Belle Arti, Lorenzo Ornaghi e mons. Marco Navoni, presidente e membro dei Dottori dell’Ambrosiana. Tra gli invitati il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici (nella foto).
“Ci sono i restauri di monumenti e chiese – ha proseguito Scola – ma c’è anche il restauro necessario per diventare sempre più cittadini del mondo, senza chiusure né barriere, senza guerra, nell’armonia e nella pace. Un restauro più nascosto e prezioso: quello del nostro modo di pensare e di sentire, fondamento di autentica comunione ecclesiale, edificatore di autentica amicizia civica in grado di formare una società aperta e solidale, di vivere una cittadinanza inclusiva e accogliente, specialmente dei più deboli”.
Situata tra piazza Pio XI, piazza San Sepolcro e via della Zecca, quindi di fianco al complesso della Biblioteca Ambrosiana e a due passi da Piazza Duomo, la Chiesa del Santo Sepolcro ha una storia millenaria che, come il nome suggerisce, si sovrappone a quella delle Crociate.
Fu eretta a partire dal 1030 nel luogo dove un tempo c’era il foro romano, cioè il fulcro della vita sociale della vecchia Mediolanum. Il foro era il centro commerciale della città romana: lungo tutto il perimetro si aprivano delle tabernae (botteghe), sul lato occidentale si affacciava probabilmente la Zecca imperiale, mentre su quello orientale vi era il mercato (macellum).
La chiesa conserva ancora il pavimento originale del IV secolo: all’inizio era stata consacrata alla Santissima Trinità ma, dopo la riconquista di Gerusalemme, l’arcivescovo di Milano Anselmo IV da Bovisio cambiò la dedicazione in chiesa del Santo Sepolcro. Ulteriore motivo a supporto del cambiamento era la presenza, fin dalla fondazione, di una copia del sepolcro di Cristo nella parte sotterranea della Chiesa, cioè la cripta: al suo interno, narra la tradizione, venne posta la terra prelevata dai Crociati a Gerusalemme insieme ad altre reliquie riportate dalla terra Santa. In una delle nicchie è tuttora custodita una grande palma in rame, simbolo della sapienza, fatta realizzare dal cardinale Federico Borromeo nel 1616 a Gian Andrea Biffi e Gerolamo Olivieri.
San Sepolcro è un luogo di devozione anche a santa Maria Maddalena, colei che per prima scoprì, la mattina di Pasqua, il sepolcro vuoto: nel transetto di sinistra della chiesa è ancora custodito, anche se ormai in stato evanescente, un affresco del 1300 che la raffigura.
Nel 2013, in occasione del XVII centenario dell’Editto di Costantino, ad iniziativa di Don Diego de Vargas Machuca, gran Priore del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, e’ stato incastonato nel pavimento della chiesa un intarsio marmoreo raffigurante la Croce Costantiniana con il monogramma di cristo XP ed il motto IHSV, in hoc signo vinces.
Per l’inaugurazione, la cripta ospita l’esposizione in fac-simile del Telo sindonico, allestito in una teca climatizzata.
FOTO Il presidente di Assoedilizia e di IEA Achille Colombo Clerici con il cardinale Gianfranco Ravasi gia’ prefetto dell’Ambrosiana.