Dal 2012 ad oggi il Parco del Ticino ha ripetutamente chiesto aggiornamenti sullo stato di avanzamento dei lavori di adeguamento del canale scolmatore di Nord-Ovest (CSNO). Lavori che, purtroppo, rispetto al cronoprogramma iniziale sono slittati significativamente. L’ultima nota di AIPO, infatti, indica come termine dei lavori sul Deviatore Olona la fine del 2016, mentre sul ramo Seveso il mese di ottobre del 2017.
I monitoraggi delle acque avviati dal Parco del Ticino dal 2014, intanto confermano una situazione preoccupante con il fiume in sofferenza a causa degli scarichi del canale scolmatore. Per questo motivo il Presidente del Parco del Ticino, Gian Pietro Beltrami, e il sindaco di Abbiategrasso, Pierluigi Arrara, avvalendosi dei collaboratori del Comune e all’ente Parco, si stanno muovendo da mesi per trovare una risoluzione che riporti alla normalità quello che è conosciuto come il fiume ‘Azzurro’.
“Abbiamo lavorato negli ultimi anni affinché tutti i 47 comuni del Parco si munissero di depuratore – afferma Gian Pietro Beltrami -. Non possiamo raccogliere le schifezze che il canale scolmatore trascina tra Milano e Settimo Milanese e scarica nel fiume. E’ necessario che i lavori di adeguamento vengano completati al più presto”.
Lo scorso 17 marzo il Parco ha chiesto ad AIPo un sopralluogo urgente sulle aree di cantiere per rendersi conto direttamente dello stato di attuazione dei lavori; tale verifica avrà luogo il prossimo 27 aprile, alla presenza del presidente e del direttore del Parco, Claudio Peja, e del sindaco di Abbiategrasso. “Condivido le preoccupazioni del Parco – commenta Pierluigi Arrara -, e sono favorevole alle verifiche richieste nell’interesse delle sponde abbiatensi e della tutela del fiume”.
I lavori
Nell’ambito delle procedure autorizzative per la realizzazione dei lavori di adeguamento del CSNO, il Parco del Ticino ha richiesto, in data 2 giugno 2012 , l’attivazione della procedura di valutazione di incidenza, esprimendosi positivamente in merito ai lavori ma, tuttavia, imponendo delle prescrizioni vincolanti, ovvero:
- che siano realizzate nel più breve tempo possibile tutte le opere necessarie al raggiungimento dell’assetto definitivo (interventi prioritari e interventi di completamento), al fine di portare ad una definitiva diminuzione del carico in ingresso in Ticino e quindi ad un’incidenza positiva sulle acque e sugli habitat del Ticino.
- che fossero adottate soluzioni tecniche (es. sgrigliatori), al fine di eliminare il trasporto di materiale galleggiante (in particolare rifiuti) che attualmente vengono recapitati in Ticino attraverso il CSNO
- che gli interventi sul Deviatore Olona fossero realizzati preventivamente o, se ciò non fosse possibile, contestualmente alle opere sul CSNO, al fine di poter indirizzare le scolmature prioritariamente verso il DO
- che fosse prioritariamente realizzato il potenziamento del sistema di monitoraggio, telecontrollo e allertamento attraverso l’integrazione delle stazioni di misura, la condivisione dei dati e l’implementazione di un sistema coordinato di modellistica revisionale (così come previsto anche dall’Accordo di Programma (cap. 3 – Azioni non strutturali); ciò anche al fine di poter confrontare in tempo reale le portate di scolmatura del CSNO con quelle del Ticino; se possibile, tali informazioni dovranno essere rese disponibili a tutti gli enti coinvolti attraverso un sito internet dedicato, o tramite tempestive comunicazioni da parte di AIPO.
- Che fossero attuate tutte le soluzioni possibili da un punto di vista pianificatorio ed urbanistico finalizzate alla riduzione delle portate e dei volumi idrici a monte della rete di drenaggio recapitante nei canali scolmatori dei principali corsi d’acqua che interessano la città di Milano, così come previsto dall’Accordo di Programma.Il Parco ha inoltre richiesto un contributo di 60.000 euro utilizzate per le attività di monitoraggio qualitativo delle acque del Ticino.
Attività di monitoraggio acque
A partire dal settembre 2014 sono stati effettuati campionamenti, con tempistiche differenti, lungo l’intero corso del fiume Ticino, al fine di monitorare gli effetti dell’immissione delle acque trasportate dal Canale Scolmatore di Nord Ovest, attualmente oggetto di interventi di adeguamento che riguardano il tratto compreso tra Senago e Settimo Milanese e determinano scolmature più frequenti e significative rispetto al passato. Nell’ambito di questo programma sono stati individuati, sei punti di campionamento sul fiume Ticino, con l’analisi dei seguenti parametri chimico-microbiologici: Temperatura, Ossigeno disciolto, Conducibilità, pH, COD, Solidi Sospesi e Escherichia coli. Sono stati analizzati parametri chimico -fisico e microbiologici su campioni istantanei che hanno messo in evidenza in modo chiaro e costante l’impatto dell’immissione delle acque provenienti dai torrenti Seveso e Olona sul sistema Ticino. Commentando il solo valore del parametro microbiologico Escherichia coli, il suo andamento lungo il tratto oggetto dell’immissione, mostra come questo aumenti in modo radicale a valle delle immissioni ma, per frutto della diluizione e sicuramente per effetto autodepurativo del corso d’acqua, venga tamponato lungo il percorso del fiume. I valori di Escherichia coli registrati nel Canale Scolmatore risultano essere sempre almeno 3-4 volte superiori rispetto a quelli registrati nella stazione a monte dell’ingresso del canale nel fiume.
Il Parco è sempre stata parte attiva e ha partecipato ai vari tavoli tecnici, in quanto ritiene indispensabile la realizzazione dei bacini di laminazione per le acque del torrente Seveso. Si tratta dell’unico intervento possibile per migliorare la situazione che , ricordiamo, è dovuta principalmente alla mancata programmazione e attenzione di chi aveva la responsabilità di tutelare tali aree. Infatti, pur di fronte alle problematiche relative alle esondanzioni periodiche del Seveso, che interessano anche la città di Milano, fin dagli anni ’50, non sono state assunte le necessarie misure, prima fra tutte quella di evitare l’impermeabillizzazione e l’edificazione delle aree all’interno del bacino idrogarfico del Seveso. Anzi i dati dimostrano che l’aumento della occupazione dei suoli è stata maggiore ed è proseguito nonostante tali problemi. (comunicato ricevuto)