Interviene anche il segretario locale del PD, Fabio Longo, sul tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo ospitati da ormai due anni nella nostra città presso la Vincenziana. Lo fa con l’intenzione di mettere alcuni puntini sulle i sull’intera vicenda. “Le opposizioni – esordisce Longo – e in special modo la Lega, tentano ogni volta di strumentalizzare la vicenda per usarla contro l’Amministrazione comunale o il Governo, giocando a creare ambiguità e fraintendimento per i loro scopi politici. Mi sembra necessario chiarire, ancora una volta, la verità dei fatti”.
Il segretario passa quindi ad elencare quelle che considera falsi argomenti da parte delle opposizioni: “In primo luogo, la gestione dei richiedenti asilo è esclusiva competenza dello Stato: il Ministero degli Interni, tramite le Prefetture, si fa carico dei richiedenti asilo, trova delle strutture in cui ospitarli, incarica delle cooperative per la loro gestione e sostiene le spese della loro permanenza mentre istruisce le loro domande e decide se sussistano le condizioni per la concessione dell’asilo politico. È scorretto cercare un collegamento tra queste fasi e le Amministrazioni locali: i Sindaci non hanno voce in capitolo sulla presenza o meno di richiedenti asilo sul loro territorio, non possono accelerare le procedure e non sostengono alcuna spesa. Non possono nemmeno diffondere informazioni sui casi accolti, perché sono tenuti alla riservatezza dalle Prefetture”.
Ma Longo ha anche da dire sui partiti del centrodestra. “La Lega vorrebbe venderci il dramma dei richiedenti asilo come un fallimento del Governo in carica, o come un grande business da sfruttare. Procedure troppo lunghe? È evidente. Costi troppo elevati? Forse. Ma la Lega si guarda bene dal raccontare che questo è il sistema che loro hanno contribuito per primi a costruire. Le norme sono condivise a livello europeo: se uno straniero giunge in Europa e chiede asilo, tocca al primo Paese in cui entra esaminare la sua domanda. E queste regole sono state concordate nel 2003, con gli Accordi di Dublino. Allora, Berlusconi era premier e la Lega governava col lui. Nel 2011, applicando queste norme, Roberto Maroni, Ministro dell’Interno, elaborava un piano per distribuire 50.000 migranti arrivati a Lampedusa in tutta Italia, soprattutto al Nord. Perché, se le ritengono sbagliate, non si sono opposti allora, quando avevano tutti i mezzi per farlo? Perché le hanno sottoscritte? Non si rendevano conto che il peso di queste scelte sarebbe ricaduto pesantemente sui Paesi di frontiera, come il nostro? Ma il centrodestra in Europa è sempre stato debole, poco credibile, incapace di incidere. Forse, sotto questo punto di vista, andrebbe rivalutato lo sforzo di questo Governo, il solo che abbia chiesto a gran voce di rivedere queste regole e di ridistribuire i casi in arrivo tra tutti i Paesi membri”.
Il segretario dem torna poi sul caso locale. “I rari, isolati, episodi di escandescenze che si sono verificati a Magenta non possono essere giustificati, questo è evidente. Ma pensare che questi 100 ragazzi sono sospesi in un limbo da due anni, in attesa di risposta, senza poter far nulla, né lavorare, né spostarsi magari in un altro Paese, aiuta, se non altro, a inquadrare le condizioni di contesto. E aiuterebbe anche ricordare, di contro, tutti quei ragazzi, non pochi, che invece hanno trovato modo lo stesso di rendersi attivi, con lo sport o il volontariato. Queste sono tutte verità verificabili. Ma a chi vuole strumentare la situazione per piccoli giochi politici, queste verità evidentemente non interessano”. (comunicato ricevuto)