La mitica ‘Casa delle Barche’ è finita nelle vendite giudiziarie dei Tribunali di Busto Arsizio e Varese

CASTANO PRIMO – I Tribunali di Busto Arsizio e Varese, sezione Vendite Immobiliari e Fallimentari, ( ‘La Prealpina’ del 3 maggio 2016) ha pubblicato che a Castano Primo – località ‘Casa delle Barche’ sono in vendita un “APPARTAMENTO posto al piano primo della superficie commerciale di 152,47 mq, composto da soggiorno, corridoio, bagno, ripostiglio e tre camere, con sottotetto agibile non abitabile composto da un unico locale con caratteristiche a rustico della superficie commerciale di mq, 28,50. BAR posto al piano terreno della superficie commerciale di mq 177,48 mq composto da un locale adiito a servizio igienico, un locale adibito a bar cucina e sala ristorante. N. 3 BOX posti al piano terra della superficie catastale rispettivamente di mq. 42, 32 e 30. Catasto Terreni mapp. 363 – ove sono insediati i fabbricati sopra descritti – rimanente area adibita a corte comune mapp. 384 area libera adibita a piazzale di manovra e parcheggio inerente l’attività commerciale in corso in Comune di Nosate mapp. 24 e 25 – lotti di terreno in piccole porzioni adibiti a strada di accesso e piazzale identificati all’interno della proprietà. Prezzo base euro 192.000 (…)”.

La ‘Casa delle Barche’ è un luogo mitico per i locali, oltre ad essere bellissimo. Ci sono ancora le tacche dei livelli che le acque del Ticino raggiunsero nella piena del 1868 e gli attracchi per le barche a fondo piatto del fiume. Nel secondo dopoguerra il ristorante, gestito dal ‘Sandrun’, era stato prescelto da Giuseppe Torno per i suoi pranzi sociali, ma anche don Giuseppe Saibene, parroco di Nosate, il quale vi andava a pasteggiare con Giovannino Guareschi, l’autore di Don Camillo e Peppone.

Parlavano di politica, della politica degli Anni Cinquanta, dove il Partito Comunista ce la metteva tutta per sconfiggere la Democrazia Cristiana che era stata ‘promossa’ nelle elezioni del 18 aprile 1948 promosse da Guareschi con la famosa frase: ‘Nell’urna… Dio ti vede, Stalin no!’.