Magenta, Vincenziana, parla un giovane del Mali: “Nel mio paese ero in pericolo di vita, non me ne andrò dall’Italia”
Da quel venerdì di tensione alla Vincenziana non è successo più nulla. Alcuni nigeriani che non rispettavano le regole sono stati allontanati, ma la festa di questo pomeriggio a molti è sembrata quasi un atto di provocazione. Avvenuto proprio in concomitanza con il gazebo della Lega Nord organizzato davanti al parco Pertini di via Casati.
Anche oggi siamo andati a parlare con gli ospiti della Vincenziana e abbiamo intervistato un ragazzo di 26 anni proveniente dal Mali. “Sono arrivato a Magenta nel mese di luglio del 2014 – racconta – perché nel mio paese ero in grave pericolo”. Ci dice che nel Mali ci sono ancora i genitori e i fratelli, ma non vuol più tornarci. Non dice per quale pericolo nel Mali è in grave pericolo, ma parla genericamente di “una serie di motivazioni”. “Voglio continuare la mia vita in Italia, magari anche in una città diversa da Magenta”, aggiunge.
La storia di questo ragazzo è identica a quella di molti altri presenti nella struttura di via Casati. La sua richiesta di asilo è stata respinta perché non sussisterebbero i requisiti. Lui ha presentato ricorso, tramite il legale che segue le pratiche dei rifugiati, e i tempi si allungano a dismisura. “Non ho proprio idea di quando verrà presa la decisione definitiva”, afferma. Parliamo con un giovane che, in due anni, ha frequentato i corsi di italiano che oggi parla discretamente. “Prima parlavo solo arabo – continua – non il francese o un’altra lingua perchè non ho fatto le scuole, Sono di religione musulmana. Non voglio tornare nel Mali, voglio continuare una vita in Italia e in nessun altro paese”.