TURBIGO – Il titolo era accattivante, per cui siamo andati (giovedì 12 maggio) a sentire all’Iris lo scrittore Riccardo G. Grassi che, già tre anni fa, era venuto a Turbigo a presentare il suo primo libro ‘L’uomo nel confessionale – un’intrigante storia di provincia’ che ha avuto un successo non indifferente, anche di critica, al punto da essere premiato in Puglia nonostante il linguaggio fosse inframmezzato di termini dialettali della riva sinistra del Ticino.
La parlata dello scrittore è tipica del Magentino. Chi scrive avendo vissuto a Magenta ha subito riconosciuto quell’inflessione tipica di ogni comunità. Il dialetto c’è anche in questo secondo libro, discreto, utilizzato per disegnare figure come il ‘penat’ (il raccoglitore di piume) uno dei tanti che popolavano la vita dei cortili, prima dei condomini; oppure ‘fa pocc’ che aveva ritmi lenti e le sue massima era quel ‘calma e gess’, con la quale tutto quello che poteva fare oggi, lo spostava nel domani. Una serata piacevole, passata all’ombra del dialetto, per il quale si è auspicato un recupero: magari semplicemente un luogo dove, una volta al mese, si possa andare per parlare ‘dumà al dialett’.
FOTO da sx la maestra Vanna che ha letto dei brani del libro, lo scrittore Riccardo Grassi, il sindaco Christian Garavaglia, l’assessore alla cultura Bruno Perrone