TURBIGO – Un paese non nasce a caso: è frutto del pensiero e dell’azione degli amministratori che si sono succeduti nel tempo. Perciò è un peccato che la storia amministrativa non venga studiata, meditata, per verificare – a posteriori – se determinate scelte abbiano influito positivamente o negativamente sulla vita del paese.
Al termine della seconda guerra mondiale l’Amministrazione Comunale – sotto l’egida del Governo che mise a disposizione i fondi – per attenuare la disoccupazione decise di pavimentare strade e marciapiedi, nel mentre si realizzavano la rete fognaria e quella idrica.
Fu così che i cubetti di porfido fecero la loro prima comparsa nel centro storico del paese impiegando esclusivamente disoccupati turbighesi per la posa. Via Matteotti, Via Volta, Via Fredda – negli anni 1949/51 – furono le prime ad essere lastricate con tale pietra dura del Trentino e ancora oggi lo sono.
La seconda amministrazione Bianchini (1951-1955), segnata dalla costruzione delle Scuole Elementari e dall’inaugurazione del nuovo ponte sul Ticino, proseguì il programma di pavimentazione stradale e pedonale del paese nelle Vie San Vincenzo, Monte Nero, Garibaldi, Cotonificio (non più esistente), Villoresi e dei raccordi della Via per Nosate e della Strada Provinciale (attuale SS 341). Poi il bitume prese il sopravvento e fu solamente alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso che i marciapiedi della Via Roma ebbero l’onore del porfido. Al tempo, l’intera Via fu riqualificata e l’opera proseguì con l’Allea, recentemente abbellita al punto da farla diventare ‘il salotto turbighese’. E così l’asse di penetrazione longitudinale del paese è un piacere percorrerlo. L’ultimo intervento, attualmente in corso – progettato dall’ing. Giorgio Morini, impresa realizzatrice ‘Edilgamma – riguarda la realizzazione di zone in porfido a mo’ di piazzetta (davanti all’entrata del palazzo de Cristoforis, nella foto – insieme ai passaggi pedonali distribuiti in più parti del paese (per circa 200mila euro), i quali hanno ulteriormente abbellito e reso più sicuro il nostro paese, facendolo contemporaneamente diventare una ‘cittaslow’.