Premio Nobel per la letteratura nel 2006, non é nominatissimo questo scrittore turco, nato nel 1952 in occidente. Figlio di diplomatici, infatti, vive molto nel mondo ed il mondo occidentale, tanto quanto quello orientale che É la sua Turchia.
Consiglio la lettura di Istanbul anche se personalmente mi sono innamorata del suo “Altri colori”, confusionario diario sensibile, profondo ed intenso, proprio perché “Istanbul”è un po’ più ordinato e spiega una città come solo chi, non solo ci vive, ma la ama visceralmente, può fare. C’è molta autenticità nei libri di Pamuk, é un autore intimo. Si sente che lui c’è nelle sue pagine, pur fingendo di non parlare mai di sé. Ma le sue notti insonni a guardare la neve sulla strada, dalla finestra..
Tra sigarette innumerevoli (da buon turco!) e altrettanti caffè, offre uno sguardo assolutamente orientale ad un occidentale. Da quella finestra, ogni particolare è turco. Il sapore, il colore, l’odore dei suoi racconti É turco. Non c’è modo di confondersi. I suoi ‘falafel’ diventano anche il nostro pasto, perché la verità semplice di questo Nobel per la letteratura, é inspiegabile come il profumo del mare. Io, una volta provato, ho letto a raffica tutti i suoi romanzi, che purtroppo non sono molti (7 o 8), ma entrerete in un nuovo mondo, vi perderete. É letto e tradotto in tutto il mondo proprio per questo suo dialogo e dicotomia interiore tra Est e Ovest del mondo. Interessantissimo, appisolante e aggiungerei, istruttivo.