Eccoci nuovamente sul campo di allenamento. Martedì sera niente pista di atletica, ci siamo spinti all’esterno per le cosiddette ripetute brevi in salita. Di cosa si tratta e quale miglioramento possono garantire al podista che si cimenta nelle distanze più varie? Nel nostro territorio abbondano le salite che fanno al caso di questo genere di allenamento. Le troviamo a Casterno, per esempio. Ma anche a Pontevecchio, quella che porta alla Fagiana del Parco del Ticino. A Boffalora ne troviamo diverse.
Dopo un breve riscaldamento ne abbiamo scelta una, ideale per lunghezza e pendenza. E abbiamo svolto un lavoro di 20 salite con relativa discesa a ritmo blando come recupero. Al termine della seduta Fabio De Angeli ci ha spiegato i benefici di questo genere di allenamento. Particolarmente intenso, ma capace di migliorarci. De Angeli spiega che le salite brevi dovrebbero essere inserite nel piano di allenamento almeno una vota ogni 15, 20 giorni. Predispongono ad una diversa meccanica di corsa che comporta un maggiore schiacciamento della cassa toracica e un conseguente innalzamento delle ginocchia. Tutto questo favorisce l’aumento della muscolatura che si utilizza nella tecnica di corsa.
L’effetto è quello di una ridotta fatica in una parte pianeggiante di una qualsiasi competizione. Occorre produrre uno sforzo dai 30 ai 50 secondi a ripetuta su salite di almeno 50, 100 metri. L’importante è fare la discesa ad un’andatura blanda in modo che il recupero sia attivo e si crei uno smaltimento parziale del lattato accumulato nello sforzo della salita. Certo, tutti i gusti sono gusti. C’è chi ritiene questo genere di seduta particolarmente noiosa e faticosa. Io stesso era da tempo che non facevo le salite brevi. Ma diversificare, ogni tanto non guasta. Non resta che provare!