A cinque giorni dal consiglio comunale, il consigliere Felice Sgarella, riceve una lettera che lo invita a non partecipare all’assise sul Pgt perché potrebbe avere interessi (legami diretti di parentela con proprietari terreni coinvolti nel Pgt) che minerebbero la sua credibilità sul voto.
In sintesi questo è il fatto, tra l’altro per la stessa cosa ha lasciato l’aula anche la consigliera Maria Angela Colombo, con tono pacato senza obiezioni.
Ma la lettera ricevuta non è piaciuta al consigliere magentino Sgarella, lui l’ha letta in maniera diversa, “è stata scritta con molta maestria e in alcuni punti, sembrava, dai toni usati, una sorta di minaccia “velata”, i miei famigliari si sono spaventati, siamo ormai nelle Repubblica delle Banane, cosi facendo, visto che forse sono il più preparato su questo Pgt “anomalo” sono riusciti a imbavagliarmi“.
Nella parte finale della lettera, redatta dal segretario comunale Dott. Giacomo Andolina si leggeva “A tale proposito, peraltro, segnalo che la Sua eventuale partecipazione alla discussione e alla votazione potrebbe integrare del reato di abuso d’ufficio, di cui all’art 323 del codice penale, che punisce l’ipotesi della condotta del pubblico ufficiale che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge odi regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto”
Dopo aver letto le sue rimostranze sul fatto, Sgarella ha lasciato l’assise e noi l’abbiamo intervistato ecco la sua versione: