La Bufalora volt e bas, giunta alla settima edizione e andata in scena giovedì sera a Boffalora sopra Ticino, è tradizionalmente la corsa che fa tirare il fiato al podista medio. Quello per intenderci che, nel periodo ferragostano, appende le scarpette al chiodo e si da al meritato riposo. Non per tutti è così, ovviamente. Gli stacanovisti nemmeno ci pensano ad appendere le scarpe al chiodo e continueranno a correre nonostante la calura di questi giorni.
Personalmente è la prima volta che corro la Bufalora volt e bas e l’ho trovata davvero bella. Sarà che sono affezionato a Boffalora Ticino. Sarà che l’alzaia del Naviglio Grande è uno dei miei terreni di allenamento preferiti. Organizzata molto bene dal runner Andrea Maltagliati è un continuo saliscendi, un continuo correre per vecchie corti, sentieri e passaggi stretti. Molto dura, soprattutto alla fine, con una lunga salita sullo sterrato, il passaggio accanto alla Villa Giulini, il ponte sul Naviglio Grande e l’ultimo strappo in salita per arrivare in piazza Matteotti davanti alla chiesa e l’ingresso finale all’oratorio.
Quasi sei chilometri che alcuni hanno percorso ad andatura folle. Beati loro, ma la stragrande maggioranza dei partecipanti si è goduta il panorama senza strafare. Come sempre erano presenti al via le squadre della zona, il Tapascione Running Team di Robecco, l’Atletica Casorate, il gruppo della Tigre di Carpenzago, l’Ondaverde di Corbetta e i tantissimi appassionati.