DUE ORE DOPO LA PUBBLICAZIONE SU QUESTO BLOG CI HA CHIAMATO IL ‘CORRIERE DELLA SERA’ PER UNA RIPRESA DELL’ARGOMENTO E NOI, GENEROSAMENTE, ABBIAMO MESSO A DISPOSIZIONE LE FOTO CHE AVEVAMO FATTO DOMENICA SCORSA.
TURBIGO – Che ci fosse una strada che da Turbigo conducesse al porto-ponte sul Ticino è documentata storicamente e anche individuata dal punto di vista fisico, anche se nei secoli ha mutato il suo percorso. Originariamente costeggiava la roggia molinara che da Nosate – dopo aver alimentato i due mulini esistenti al Ponte di Castano – attraversa il territorio turbighese e arriva davanti all’entrata del Mulino del Pericolo per poi girare a sinistra e, dopo la tombinatura sotto la S.S. 341 ‘Gallaratese’, si getta nel Ticino in territorio di Robecchetto con Induno.
L’ultimo tratto, quello che va dal Molino del Pericolo al Ticino, possiamo pensare che sia stato realizzato alla fine dell’Ottocento per alimentare il ‘Candeggio’ di quello che fu lo stabilimento Rossari&Varzi. D’altra parte, il modo in cui è scavata la roggia a monte (ci è capitato di vedere dei cinesi immersi nell’acqua, che si muove sinuosa nella silenziosa boscaglia, a pescare con le mani) è completamente diverso dall’appendice.
Questi presupposti per dire che, nell’alveo del Ticino, proprio di fronte al Molino del Pericolo, in territorio di Turbigo, adiacente a quella lingua di terra che si chiama ‘Cavaoss’, è affiorato uno strano palificato (segnalatoci da Christian Nespoli), a forma di semicerchio (foto), che potrebbe essere quello che è rimasto dell’antico porto.
Dei ‘porti’ e ‘ponti’ sul Ticino è stato scritto molto da diversi autori (1), ma la certezze sono poche. L’ultima in ordine di tempo è quella che abbiamo documentato nel volume ‘Il ponte torriano sul Ticino’ che ha potuto avvalersi di una una analisi del palificato (Carbonio 14) che ha precisamente datato il ponte in legno costruito dai Milanesi – a valle dell’attuale ponte ferroviario in ferro – nel 1274.
L’attuale ritrovamento, invece, è a monte e in linea con la strada del porto che costeggia la roggia molinara fino all’imbocco del Molino del Pericolo dove alimentava le ruote che, recentemente, sono state ricostruite dai nuovi proprietari di quello che fu il mulino Marcoli’ dov’era stata impiantata, circa cinquant’anni, fa una porcilaia.
NOTE
1 – Il primo che pose la questione dell’attraversamento antico del Ticino al passo di Turbigo fu padre Virginio Martinoni di Castano Primo che quarant’anni fa, su ‘Contrade Nostre’ (vol. I, pp. 167 ss) scrisse ‘Il ponte e il porto di Turbigo sul Ticino. Anche Angelo Vittorio Mira Bonomi disse la sua, seguito da Giancarlo Andenna e da altri. Più recentemente, il punto è stato fatto in due convegni di studio tenutisi a palazzo Fagnani-Arese di Robecchetto con Induno che portarono alla pubblicazione del volume ‘Il Ponte torriano sul Ticino’, 2005