TURBIGO – Oggi, 6 settembre, il ‘Corriere della Sera’, dedica un’intera pagina al ritrovamento, nell’alveo del Ticino, di un palificato che potrebbe essere l’antico porto medievale, posto il prosecuzione della strada che costeggiava la roggia molinara e si posizionava proprio all’ingresso del Molino del Pericolo.
Ne abbiamo già scritto su questo blog è lì rimandiamo chi volesse saperne di più. E’ stata proprio tale pubblicazione a far scaturire l’interesse di una cronista del ‘Corriere’, Giovanna Maria Fagnani, che ci ha assediato con una serie di telefonate tra sabato e domenica per ‘partorire’ il pezzo che fa bella mostra di sé nelle pagine dedicate alla Lombardia del più importante quotidiano italiano. Anche il titolo è stato centrato: “Dalle acque del Ticino in secca emerge l’antico porto medievale”. Una storia questa che documenta come il tratto del Ticino turbighese sia stata una zona di passaggio sin dai tempi più antichi.
Un altro ritrovamento di pali conficcati nell’alveo, avvenuto una decina di anni fa da parte di Giovanni Brusatori, aveva sollecitato l’interesse dell’Amministrazione Comunale di Robecchetto con Induno che, in tale occasione, sostenne i costi per il cosiddetto ‘Carbonio 14’ che ci permise di determinare la datazione del legno di rovere: 1274! Una data che svelò il mistero: i pali facevano parte di una ponte in legno gettato sul Ticino, in un momento di particolare espansione di Milano, quando la città-stato tendeva ad acquisire alcuni borghi sulla riva destra del Ticino. La ricerca si concretizzò in due convegni di studio tenutisi a palazzo Fagnani-Arese con studiosi del calibro di Giancarlo Andenna, Matteo Dolci, Alberto Gabba, Angelo Vittorio Mira Bonomi, i cui atti furono pubblicati in un volume dal titolo, “Il ponte torriano sul Ticino”(2005).