Oggi vi propongo un articolo diverso da quelli che solitamente scrivo: cercherò di non esprimere opinioni ma soltanto di rendervi partecipi della mia esperienza.
Negli ultimi mesi sono stato a New York e a Berlino, due viaggi troppo brevi per poter esprimere giudizi su queste due città.
Ho cercato di vedere opere d’arte e di incontrare artisti. Sotto questo profilo i viaggi sono stati molto proficui: ho incontrato tante persone interessanti ed ho visto grandi capolavori che non mi stancherei mai di osservare…
Agli artisti che ho conosciuto ho posto sempre la stessa domanda: “Qui conta di più ciò che fai o contano di più le frequentazioni?” In altre parole: “Si presta attenzione alle opere che gli artisti realizzano oppure ruota tutto intorno ad un circuito di public relations?”. Ho ricevuto sempre la stessa risposta: “contano esclusivamente le public relations”.
Una sera in un pub a Berlino ho sentito una bellissima frase: “Qui l’attività artistica viene considerata ad elevato contenuto intellettuale, per questo motivo la figura dell’artista è considerata di fondamentale importanza per un sano sviluppo della società”.
Rientrato a Milano mi sono ricordato dei graffiti che riporto in foto.
Mentre lavoravo a questo breve articolo riflettendo sull’attenzione che mi capita di riscontrare nei confronti dell’arte contemporanea, da parte delle persone che frequento, mi sono imbattuto in questa frase di Gillo Dorfles: “Contrariamente al senso comune, il pubblico di solito è più spontaneamente sensibile, e accessibile ai fenomeni del presente e ben poco a quelli del passato”.