“Scrivere, forse, non ha altra giustificazione che tentare di rispondere alla domanda che ci siamo fatti un giorno e che, fino a quando non ci saremo dati una risposta, non ci darà tregua.“
Questo l’incipit di “L’arco e la lira” di Octavio Paz, poeta e saggista tra i più significativi del nostro tempo. Nasce a Città del Messico nel 1914 e nel 1938 fonda la rivista d’avanguardia ‘Taller’. Entra in contatto con André Breton partecipando al movimento surrealista. Viene altresì nominato ambasciatore del Messico in India. Nel 1981 riceve il premio Cervantes e nel 1990 vince il Nobel per la Letteratura. Credo che citarne un pezzo sia il modo migliore per stimolare la voglia di leggerne il resto.. “I Grandi Libri – voglio dire i libri necessari – sono quello che riescono a rispondere alle domande che, oscuramente e senza formularle del tutto, si pongono gli uomini.
Non so se questo mio libro lo farà, se saprà insomma risponder a queste domande. Ma so che da quando ho iniziato a fare poesia, mi sono domandato se valeva la pena di farlo: non sarebbe stato meglio trasformare la vita in poesia piuttosto che far poesia con la vita? E la poesia, non può avere come suo oggetto, piuttosto che la creazione di opere poetiche, quella di istanti poetici?”
Un nome non tanto usato quello di Paz, ma erroneamente… Uno dei più grandi tra i nostri contemporanei.