Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo ‘Cambiamo Abbiategrasso’:
Il 12 dicembre 2016 è stata adottata la variante generale al Piano di Governo del Territorio. Quasi 4 anni di lavoro che hanno visto impegnati la maggioranza Arrara, l’amministrazione comunale con i suoi uffici, i dirigenti, diversi professionisti e consulenti esterni. Oltre 1250 giorni di approfondimenti, studi, analisi, relazioni, rilievi, per giungere ad un risultato piuttosto deludente. Tanta spesa, ma poca resa.
A parte l’apprezzabile sforzo in direzione “green” (il verde va di moda e le operazioni di greenwashing possono essere molto utili in campagna elettorale) e il risultato culturale (cui Cambiamo Abbiategrasso ha contribuito insieme al movimento ambientalista) di contaminazione rispetto alle tematiche ecologiste e di rispetto del paesaggio (nel corso del dibattito in consiglio le parole più ripetute sono state verde, agricoltura, kmzero), il PGT targato PD non disegna la città del futuro e non affronta i problemi cruciali ed irrisolti da anni.
Molta attenzione è stata riservata alla famosa S2, eliminando il fantasma della grande distribuzione, ma confermando 2500 mq di media distribuzione cui sommare altri 2500 mq di commerciale nel vecchio Golgi. Su questo punto, come evidenziato da Domenico Finiguerra in Consiglio Comunale, pesa l’incognita delle ricadute di questi nuovi insediamenti sulla rete del commercio di vicinato esistente.
In un periodo storico in cui la bolla immobiliare ha lasciato milioni di case vuote in tutta Italia, compresa Abbiategrasso, il PGT mantiene ancora una previsione di crescita di abitanti di circa 7000 unità, mantenendo la vecchia previsione che proiettava Abbiategrasso verso i 40 mila abitanti. Poche quindi le novità. Scontata anche la scelta rispetto al recupero delle aree dismesse. Infatti quale amministrazione non punterebbe sul risanamento e sulla bonifica delle zone industriali abbandonate? Una variante al PGT venduta molto bene e confezionata attraverso slides e convegni, ma che è poco utile alla città.
Non viene prospettata alcuna soluzione rispetto al raddoppio ferroviario, non vengono ipotizzati scenari sul proseguimento della linea S9, non si immagina neanche il “minimo sindacale” per una città di 32 mila abitanti attraversata da una linea ferroviaria. Non c’è previsione di sottopassi o sovrappassi. Anzi, mentre si conferma la Vigevano-Malpensa, si rinuncia al sottopasso ipotizzato dall’ANAS in fondo a Viale Sforza.
Non esiste alcun piano per la realizzazione delle strutture sportive di cui Abbiategrasso e i suoi atleti hanno bisogno, piscina in primis. Non esiste alcun piano per la realizzazione degli spazi pubblici per la cultura e l’aggregazione, soprattutto dei giovani: teatro, cinema, casa della musica e sala prove, casa delle associazioni e del volontariato. Zero. Nonostante l’aumento previsto della popolazione non esiste alcun piano per le strutture scolastiche o le palestre, limitandosi alla speranza (ormai non resta che quella) di vedere realizzata la scuola di Via Colombo.
Non esiste un piano per la mobilità sostenibile, ciclabile e pedonale (si lanciano giusto alcune suggestioni come il “Parco Lineare” in periferia, quando occorrerebbe mettere in ordine quelli esistenti in città), né un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (ormai dimenticato, nonostante l’approvazione in consiglio comunale della mozione di Cambiamo Abbiategrasso). Il Partito Democratico e il sindaco Arrara si accingono cos�, con una maggioranza ormai disintegrata, a chiudere il mandato con una variante al PGT che è la cartina di tornasole di tutto il mandato: molti slogan e zero soluzioni ai problemi veri che Abbiategrasso vive da anni.
Cambiamo Abbiategrasso