TURBIGO – Se trent’anni fa qualcuno avesse detto che avremmo visto passeggiare per la Via Roma a Turbigo dei pakistani, cinesi… lo avrebbero preso per matto. Di fatto, oggi, non solo passeggiano, ma ci vivono, pasteggiano, come i turbighesi di cinque generazioni.
La realtà ha il sapore del multiculturalismo, ma il trend è tale che fra qualche decina d’anni saranno i nuovi venuti a prevalere sul ceppo originario. Non è detto, perché tutto cambia rapidamente e la tendenza potrebbe invertirsi, oppure nuove leggi potrebbero attenuare l’impennata straniera di questi anni. Comunque, la Turbigo ‘industriale’ aveva già visto arrivare Bergamaschi, che andarono a lavorare alla Valle Ticino e alla Rossari&Varzi, poi giunsero Veneti e Meridionali e, adesso, gli Stranieri. I dati parlano chiaro:
Nel 2002 abitavano a Turbigo 288 stranieri regolari, oggi sono 952, il 13% della popolazione. Nonostante la crisi, nel 2005 gli stranieri erano già raddoppiati (587), oggi sono più che triplicati, mentre i figli dei turbighesi vanno a cercare fortuna all’estero.
Curiosa anche la suddivisione delle etnie: dei 65 marocchini del 2001, oggi se ne contano 88; gli 86 albanesi (2001) sono diventati 193 e svolgono attività importanti nell’edilizia locale. Ma l’impennata riguarda i pakistani: erano 65, come i marocchini nel 2001, oggi sono 355! Molti giovani maschi, lavorano nelle concerie, abitano in case in affitto e girano in motorino o a piedi per il paese, in attesa di poter ricongiungersi con i loro famigliari. Molti di questi ricongiungimenti sono già avvenuti e hanno fatto lievitare i numeri che si misurano a vista d’occhio in Via Giulio Cesare quando le mamme arrivano a prendere i figli che escono dalle elementari. Il loro modo di vestire, a volte più elegante del nostro, non lascia adito a dubbi. Così il mondo va avanti con tutti i suoi colori.