TURBIGO – Di Turbighesi di qualità, che hanno attraversato le nostre strade – e che alla fine della loro vita ritornano sui loro passi – ne abbiamo conosciuti parecchi. Non facciamo l’elenco perché bisognerebbe aggiungere anche una breve biografia e non ne abbiamo il tempo, anche se il nostro archivio mentale è pieno di queste presenze. Però un ‘famedio virtuale turbighese’ sarebbe opportuno e non ricordare solamente i protagonisti della politica che, per la verità, sono in pochi quelli che hanno lasciato una traccia.
Recentemente abbiamo avuto modo di incontrare il professor Giuseppe Ferrari. Una comune amica l’ha accompagnato e siamo stati insieme qualche ora, non prima di aver solcato insieme alcune strade turbighesi che lui ricordava perfettamente (per esempio la cinta dell’ex convento degli Agostiniani Scalzi di Via Pasubio-Volta).
Il professor Ferrari, già primario di Neonatologia e Pediatria presso l’Ospedale Mauriziano di Torino e Libero Docente di Clinica Pediatrica all’Università della medesima città, ha ricoperto importanti incarichi in seno alle istituzioni legate alla cura dell’infanzia ed è stato collaboratore dell’Unicef e del Ministero della Sanità. Ha curato e tradotto libri di divulgazione fra cui ‘Bambino 2000’ e ‘Il bambino dalla A alla Z’. Con De Agostini ha pubblicato ‘Il Bambino felice’ e ‘La mamma felice’, oltre a quello del quale pubblichiamo la copertina, ‘I bambini crescono nonostante gli adulti’ (2011).
Dicevamo dell’incontro con il professor Ferrari, classe 1937, che ha voluto ritornare (abita a Torino) a passeggiare nel paese in cui, nel secondo dopoguerra, aveva frequentato le elementari e, successivamente, il liceo classico ‘Carlo Alberto’ di Novara. Suo padre era il direttore della Rossari&Varzi e, Lino Braga, che ha frequentato la 5° elementare insieme, ci ha detto che già allora aveva una marcia in più. Qi questi Turbighesi che ritornano a vistare il nostro bel paese dobbiamo essere orgogliosi e cercare di ricordarli seguendo i comandamenti del grande Ugo Foscolo.
FOTO il professore Ferrari a destra con Lino Braga, compagni di classe nel secondo dopoguerra