MILANO – La serie di eventi, – che ha avuto un prologo mercoledì 15 con l’intitolazione del Museo diocesano a Martini, che lo inaugurò con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 5 novembre 2001 e con una cerimonia alla Casa della Carità da lui voluta nel 2002 prima di lasciare l’Arcidiocesi, donando agli “sprovveduti” l’eredità dell’imprenditore Angelo Abriani – è stata organizzata dalla Fondazione Carlo Maria Martini in collaborazione con l’Arcidiocesi, il Comune di Milano ed altri enti e associazioni. Il presidente, padre gesuita Carlo Casalone, ha detto: “Abbiamo voluto come baricentro di questa proposta, la città: non solo Milano, ma tutte le città, perchè sarà sempre più importante per l’aggregarsi abitativo che sta crescendo nelle grandi metropoli”, annunciando la presenza nel capoluogo lombardo, il prossimo 10 maggio, del Generale della Compagnia, padre Arturo Sosa, venezuelano.
“La memoria di Martini –ha proseguito Scola – chiede di essere partecipata da ciascuno come singolo, comunità cristiana e civile.
“Io ci sono” può indicare, sia la presenza del cardinale Martini, sia il coinvolgimento di ciascuno di noi”.
Riferendosi al discorso di Sant’Ambrogio pronunciato da Martini nel 1993 riportato nel terzo volume dell’Opera Omnia: “Giustizia, etica e politica nella città”, Bompiani editore, nel quale parlava di “gravi responsabilità pubbliche e civili” connesse al suo ministero ma evidentemente estensibili a chiunque abbia la guida della città, Scola ha aggiunto: “
Non so se, nella società plurale di oggi, è ancora così chiara questa responsabilità”. Il momento che Milano metropoli sta attraversando rimane delicato – anche se i conflitti non hanno aspetti tragici come quando si usciva dalla sfida terribile del terrorismo e della corruzione – mantenendo elementi di esclusione molto forti con la tendenza a una estraneità reciproca tra i diversi soggetti che abitano la città.
Ma ci sono segnali di pace e di unità che fanno ben sperare, come dimostra l’attività della Fondazione stessa, scrigno della testimonianza e del magistero di Martini che continuerà a diffondere, e dalla risposta alle visite pastorali effettuate in 69 decanati che hanno visto la presenza di folle attente e partecipi.
La figura di Martini è stata riproposta attraverso un articolato reading, che si apre con le immagini dell’ingresso a Milano il 10 febbraio 1980 e si chiude con un viaggio a Gerusalemme. Oltre 30 videointerviste a personalità cittadine (tra gli altri Enzo Bianchi, Franco Giulio Brambilla, Massimo Cacciari, Renato Corti, Umberto Eco, Silvano Fausti, Silvia Giacomoni, Maris Martini, Gustavo Zagrebelsky protagonista con Martini dell’ultima Cattedra dei non Credenti dedicata alla Giustizia, nel 2002) realizzate nell’ambito del Progetto Archivio, che tutti i milanesi sono chiamati ad arricchire con documentazioni personali (www.carlomariamartini.it).
Poi sul palco le testimonianze dal vivo condotte dal gesuita padre Giacomo Costa. Tra queste quelle di Guido Formigoni, storico; Silvia Landra, presidente di Azione Cattolica Ambrosiana; Francesco Maisto, allora magistrato del Tribunale di Sorveglianza; Luigi Franco Pizzolato, storico; don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione Casa della Carità; padre Guido Bertagna, superiore della Comunità dei Gesuiti di Padova. Tutte testimonianze di chi ha fatto dell’ascolto, dell’intercessione (stare dentro, essere in mezzo) un modello per tutti gli uomini di buona volontà.
FOTO Carlo Maria Martini con il pres. IEA Achille Colombo Clerici. Nello sfondo il vicesindaco di Milano Giorgio Malagoli