Pubblichiamo, come documento di storia locale, quella che fu l’industria degli stuzzicadenti di Buscate, magistralmente ricostruita da Giancarlo Nava. Per fare gli ‘stecchi’ si utilizzava la ‘fusaggine’ (qui sotto la foto della corteccia) un arbusto del Ticino che abbiamo appena rivisto nel bosco Vedro (foto) , un luogo che i turbighesi chiamano ‘l’Isola dei Cunili’ e alla quale si può arrivare solamente con la barca. Si trova tra il ramo principale del Ticino e la lanca che fa da carico al Naviglio Langosco, a monte del ponte in ferro sul Ticino.
BUSCATE – Gli stuzzicadenti sono parte integrante ed importante dell’economia del secolo XX nel comune di Buscate. Le attività commerciali non erano molto sviluppate e la produzione di stuzzicadenti poteva essere considerata l’impiego nettamente prevalente nel comune di Buscate. A conferma di questo erano le risposte al questionario della giunta tecnica del catasto del 1889, la commissione censuaria affermava: “In questo comune non havvi industria alcuna, tranne nella stagione invernale e nelle giornate piovose d’estate, tutte indistintamente le famiglie contadine attendono alla fabbricazione a mano degli stuzzicadenti”. In realtà già nella relazione del sacerdote Rinaldo Anelli del circondario di Abbiategrasso, risalente ai primi anni Ottanta (la più famosa inchiesta italiana del secolo), si accennava all’attività invernale dei contadini della zona asciutta, i quali non avendo molto da fare in quella stagione, passavano il tempo facendo zoccoli o aggiustando qualche attrezzo rotto, mentre i giovanotti si divertivano giocando, magari anche d’azzardo: “Cattivo vezzo che si potrebbe togliere introducendo delle piccole industrie, come è avvenuto per quella degli stecchi a Buscate, dove in una sera un giovinotto può guadagnarsi almeno centesimi quaranta”. Praticamente si potrebbe dedurre una notevole attività lavorativa a domicilio, chiaramente non regolarizzata, supportata da una attività commerciale organizzata, capace di sfruttare il prodotto non molto usuale. La Guida tecnica delle industrie della provincia di Milano, nel 1899, portava sotto la voce stuzzicadenti la ditta Draga e C. di Buscate, la Pia casa degli incurabili di Abbiategrasso e Schiappati Carlo di Castano Primo, il quale produceva stuzzicadenti in penna. La stessa non indicava nessun industriale della seta nel nostro paese, ma sotto la voce Acque Gassose il nome di Ballarati Ambrogio. Sono stati per anni la fonte principale di ricchezza, se così possiamo definirla, all’interno di un’economia agricola basata prevalentemente su una agricoltura individuale. Agricoltura che possiamo sicuramente definire povera visto che i mezzi con i quali veniva praticata erano rudimentali, ad eccezione forse della tenuta del sen . Mario Abbiate, uomo politico del quale a Buscate non si sono ancora spenti gli echi. Vanto della cittadinanza è la citazione nella Relazione ministeriale sulla Risicoltura e la malaria dove si afferma a pag. 206 che “a Buscate non è mai esistita malaria […] nelle risaie che vi ha impiantate da vari anni il Sen. Abbiate”.
E’ risaputo ormai che in questi paesi il posto nel quale le donne si trovavano per trascorrere i loro pomeriggi fatti di racconti e preghiera era la “stalla”, luogo mitigato dal calore degli animali. Ed è in quel luogo che molto probabilmente si sviluppa la produzione artigiana a domicilio degli stuzzicadenti. Essa avveniva manualmente con strumenti come il coltello e una pezza di pelle o cuoio da posarsi sul ginocchio ed agganciata a piacimento sul coscia o sul tallone. Il legno veniva lavorato stando seduti su uno sgabello.
E’ a partire dagli anni venti che viene importata la prima macchina con rullo per la produzione di stuzzicadenti. Si dice arrivasse dalla Germania, e fu un reduce di guerra molto attivo a Buscate, il sig. Silvio Branca ad importarla ed utilizzarla.e’ chiaro che ben presto la produzione della macchina surclassò quella manuale con notevoli guadagni per il sig. Branca. Così qualcuno che nella fabbrica ci lavorava e quindi vedeva come funzionava il macchinario si ingegnò, ed è proprio il caso di usare questo termine, e copiò la macchina tedesca facendone una tutta italiana e forse tutta buscatese.
Il funzinamento era leggermente diverso e il prodotto identico, anche perchè quella del sig. Branca ormai era logora.
Fu proprio il sig. Barbaglia nel 1922 a dar vita a livello artigianale, all’industria degli stuzzicadenti. Da dire che il sig. Branca regolarizzò la sua posizione nel 1928.
Si dice che si viveva in un clima di spionaggio industriale: era impossibile per una persona qualsiasi avvicinarsi alla porta che dava nella stanza della produzione, nessuno doveva sapere come erano fatte queste macchine.
Per la distribuzione, erano gli stessi cittadini a partecipare a fiere e mercati con gerle colme di “stecche” da vendere , oppure a girovagare per la penisola intera in cerca di grossisti ai quali vendere. Il mezzo di trasporto usato era il Tramway della linea Milano-Magenta-Castano.
Unico luogo, oltre Buscate, nel quale si producevano stuzzicadenti in tutta Italia era la zona di Empoli. (da La storia economica di Buscate vista da N.)
IN FAMIGLIA
Non vi era molta attività praticata dalle donne se non la produzione degli stuzzicadenti e l’allevamento dei bachi da seta.
E’ difficile dire quando e da chi sia stata introdotta in paese la fabbricazione degli stuzzicadenti. E’ certo però che questa, nata come ripiego un modo cioè di metere a frutto il tempo libero, soprattutto durante la stagione invernale, aveva finito per coinvolgerfe a poco a poco tutte le famiglie, tanto da render allora Buscate famosa proprio per tale industria. Trattavasi comunque di un lavoro essenzialmente artigianale, eseguito con strumenti alquanto primitivi. Ad esso partecipavano tutti i componenti della famiglia: uomini, donne , anziani e bambini.
Seduti attorno ad un dischetto, nelle stalle, aguzzavano con un coltellino, sopra una striscia di cuoio fissata attorno alla coscia, dei pezzetti di legno, precedentemente tagliati n misura,ad entrambe le estremità. Veniva di norma adoperata la fusaggine o berretta da prete (nome scientifico: euonymus europea), un arbusto che cresce lungo i corsi d’acqua e ha proprietà, spezzandosi, di mantenere il filo e quindi di poter essere riutilizzato.
Non è che i guadagni fossero eccessivi; anzi. Servivano tuttavia a coprire le tante piccole spese di quella povera gente. Naturalmente vi era in paesse chi provvedeva ad organizzare tale lavoro ed a commercializzare il prodotto. Uno di questi fu Giovannni Borini, “fabbricane e comerciante” di stuzzicadenti, che si vide imporre dal COmune, nel 1876, il pagamento della tassa di esercizio e rivendita, nell’importo di L. 5. Ritenendola ingiustificata, egli presentò ricorso alla Deputazione provinciale, chiedendo il riborso di quanto versato e l’esonero dal pagamento della tassa in questione per il futuro. Ma quella, con proprio decreto in data 29 ottobre 1877, lo respingeva, rilevando che il regolamento comunale, approvato nel 1875, non faceva alcuna distinzione fra le botteghe aperte al pubblico e l’industria manifatturiera.
E sempre a proposito di stuzzicadenti, non possiamo qui non menzionare la ditta Ottolini & Comp., costituita alla metà degli anni ’80 da Ottolini Angelo fu Carlo nato a Buscate il 10 gennaio 1846, e da altri concittadini. Come risulta dalla corrispondenza conservata nell’archivio della Camera di Commercio di Milano, detta società acquistava e rievendeva “questo genere di mercanzia, estndendo il suo commercio anche all’estero” (nota 27 aprile 1887 n. 812 del Comune di Buscate, a firma del sindaco avv. Gaetano Motta). E rispondendo direttamente, in data 3 febbraio 1889, ad un questionari trasmesso dalla Camera in parola, l’Ottolini così scriveva:” In evasione della sua del 24/1/1889, la nostra produzione in stuzzicadenti in questi anni si è molto aumentata, ed in risposta alla sua domanda è come segue:
1. Quantità annua delle materi impiegate è q. 1800 di roncaggio o fusaggine, a L. 7,5 al quintale = L. 13.500
2. L’esportazione risulta di 65/70 mille lire all’anno.
3.Un lavorante può fabbricare 4.000 stuzzicadenti al giorno.
4. Arnesi per fabbricarli: coltellini amano, forbici, ecc.
5. Il numero degli operai, qui in Buscate, saranno circa 1.150 nella stagione invernale e quando è cattivo tempo; nelle altre stagioni lavorano la campagna e in questi tempi si riducono a 500 o 550 al massimo.
6. La materia prima mi è fornita da vari negozianti del Piemonte e di Motta Visconti (Milano).
7. Abbiamo nei paesi qui vicini circa 600 altri lavoranti nella stagione invernale.
8. Ebbene siamo uniti in società, per mezzo di altri piccoli negozianti, abiamo molta concorrenza.
Se la V.S. non è paga di queste spiegazioni, che mi scriva nuovamente; che alla prima combinazione che veniamo a Milano, di presenza gli sarà tutto manifestato a quanto chiede. Con la massima stima la riveriamo. Ditta Ottolini, Draga, Calloni e C.”.
Detta socità non fu però la sola. in seguito ne vennero infatti costituite altre, tra i medesimi soci cdiversi, nel tentativo di evitare una pericolosa concorrenza tra gli operatori del settore. Tale fu quella avviata il 30 ottobre 1892 (rogio del notaio Vincenzo Rogorini n. 1277 di rep. ) dai sigg. Ottolini Angelo, Draga Dionigi; Calloni Giuseppe fu Mansueo, Calloni Giuseppe Anoni di Pietro, Borrini Angelo fu Giuseppe Antonio, Erotoli Ernesto e Naggi Mauro di Luigi. Ma questa società sarebbe durata poco. Con atto 5 agosto 1894 (n. 1459 di rep. del medesimo notaio), la stessa veniva infattisciolta. nel 1896 ne nasceva però un’altra (rogito 22 luglio n. 1633, sempre del notaio predetto) tra i sigg. Draga Dionigi, Borrini Giuseppe di Angelo, Calloni Giuseppe Antonio, Erotoli Ernesto; e nel 1898 un’altra ancora (rogito 10 gennaio n. 1805 pure del notaio succitato) tra i sigg. Ottolini Angelo fu Carlo, Naggi Carlo di Mauro, Barbaglia Giovanni fu Carlo e Calloni Pietro fu Mansueto.
Poi, soprattutto dopo la prima guerra mondiale, prevalse lo spirito individualista, per cui ognuno si mise in proprio. E furono moltissimi coloro che si diedero al commercio degli stuzzicadenti.
Nel frattempo erano sorte in paese alcune industrie che fabbricavano gli stuzzicadenti a macchina. Ma la lavorazione a mano, nelle famiglie, perdurerà ancora per diversi anni, fin dopo l’ultima grande guerra. Quanto sarenbbe bello se vi fosse da qualche parte una sorta di museo della memoria, che tramandasse ai posteri il ricordo di quella che fu una specialità tipica dei buscatesi! (da Il Giardino d’infanzia di Buscate, Giacomo Calloni).
IL REGALO AL PAPA
Negli anni Trenta l’industrai degli stecchi aveva perso l’originaria vitalità e peculiarità: “Gli stuzzicadenti davanolavoro,specialmentenella stagione invernale, a tutte le famiglie di contadini anche se oggi tale attività è in decadenza, sia perchè sono state fondate a Buscate due fabbriche con ricco macchinario, sia perchè l’industria stessa, limitata un tempo al paese di Buscate, si è diffusa ormai anche altrove. Comunque è a Buscate che esistevano gli specialisti del genere che si dilettavano a costruire stuzzicadenti originali e veramente artistici con lettere dell’alfabeto, uccelletti, insegne delle armi romane, coi quali si facevano dei quadri e dei bouquets. Uno di questi fu mandato in omaggio a Leone III il quale, meravigliato e soddisfatto, volle conoscere l’origine del regalo (Il settentrione, anno VI, nn.9-10, 15 giugno 1928). Ancora nel 1940 il podestà Beretta segnalava che le fabbriche più importanti di stuzzicadenti, esistenti a Buscate, erano quelle di Barbaglia Pierino (via Cattaneo) e di Naggi Carlo (via Umberto I). (Contadini, Filandai e Conciatori, Giuseppe Leoni e Matteo Bolognesi
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