Dopo 48 anni e 5 mesi di servizio effettivo il luogotenente Francesco Caputo, comandante della stazione Carabinieri di Magenta, va in pensione. Domani, giovedì, sarà l’ultimo giorno da militare e sarà anche il suo compleanno. Sessantacinque anni che, per i militari, significa congedo. Una parola difficile per un uomo come Caputo che ha dato la vita per l’Arma. Si è arruolato giovanissimo, a soli 17 anni lasciando la sua Calabria. E per 37 anni è stato al servizio dei comuni di Magenta, Boffalora sopra Ticino, Bernate Ticino, Marcallo con Casone e Mesero. Cavaliere al Merito, nel 1998 è stato premiato come uno dei cinque migliori comandanti di stazione dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Ha raggiunto il grado massimo, quello di luogotenente, che un sottoufficiale può raggiungere. Sempre operativo 24 ore su 24, come è normale che sia per un carabiniere e ancor prima per un comandante di stazione. E’ stato definito un carabiniere vecchio stampo. Poche parole, ma tanti fatti. Lo ricordiamo negli eventi più delicati che hanno caratterizzato il nostro territorio nel corso degli ultimi anni. Il primo ad entrare nell’appartamento insanguinato di via Roma a Magenta dove, il 7 novembre del 2008, vennero assassinate due donne di nazionalità filippina. A Bernate Ticino dove il 16 maggio 2013 venne consumato un altro duplice omicidio. E in tantissimi altri episodi di cronaca. Ma non lo ricordiamo solo nei fatti più eclatanti. Anzi, la sua presenza discreta era ovunque vi fosse bisogno dei carabinieri. Perché il maresciallo, come veniva chiamato da tutti, sentiva il proprio compito come una missione ancor prima che un lavoro.
Il contatto con la gente, l’ascoltare i problemi che affliggono la vita quotidiana delle persone. Erano anche questi, e soprattutto questi, i suoi compiti che svolgeva dando sempre il massimo. Ora la stazione di Magenta viene coordinata, momentaneamente, dal vice comandante. A breve arriverà un altro maresciallo che la guiderà nel difficile compito di garantire la sicurezza del territorio.