Cosa accadrà se le caserme dei vigili del fuoco volontari rimarranno senza volontari? E’ una domanda più che legittima che ci si deve fare alla luce di quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni, quando diventerà operativa la risoluzione Fiano del mese di gennaio di quest’anno sulla stabilizzazione dei precari, ai quali verranno offerte alcune garanzie. un intento nobile, quindi. Ma qual è la parte critica che sta preoccupando numerosi distaccamenti di volontari? Da più parti si sollevano dubbi sulla effettiva possibilità di stabilizzare tutti i precari.
Il provvedimento definitivo recita: “Il solo personale volontario iscritto nell’elenco istituito per le necessità delle strutture centrali e periferiche può essere oggetto di assunzioni in deroga, con trasformazione del rapporto di servizio in rapporto di impiego con l’amministrazione”. Il limite di età è di 50 anni e vuole stabilizzare il problema del precariato, ma con il rischio di danneggiare le caserme di volontari. In pratica se l’età è già avanzata possono essere offerti posti che riguardano, per fare un esempio, il lavaggio mezzi oppure bidello o altri ancora. Non necessariamente nei vigili del fuoco, quindi. Ma cosa succederà se i volontari accetteranno queste promesse? E, soprattutto, accadrà veramente quello che si scrive nel provvedimento? Da parte dell’associazione nazionale vigili del fuoco il rischio è quello di fare un salto ne buio senza paracadute.
Nel nostro territorio esistono ben quattro distaccamenti di volontari. Sono quelli di Magenta, Corbetta, Abbiategrasso e Inveruno. Se anche solo 10 dei cosiddetti discontinui che vanno a coprire tali distaccamenti dovessero accettare la proposta il personale disponibile si ridurrebbe di molto senza più riuscire a garantire le uscite 24 ore su 24. Un grave problema per il quale non è stata trovata l’alternativa. Quindi, volendo risolvere un problema se ne creerebbe un altro. Quello che riguarda la sicurezza dei cittadini. “Il messaggio di questa risoluzione è profondamente sbagliato – ha detto il presidente nazionale dell’associazione nazionale vigili del fuoco volontari che solo pochi giorni fa si sono riuniti a Savigliano – Ovvero si dice al vigile del fuoco: se passi di qua ti daremo un’alternativa di lavoro. Se resti dove sei non avrai nulla”.
Volontari, ovvero Vigili del Fuoco di serie B?
E’ di pochi giorni fa la preoccupazione dell’assessore alla sicurezza Paolo Razzano che chiedeva lumi in merito alla gestione di un incendio con un ustionato a Magenta, quando la botte del distaccamento volontario di via Zara era stata inviata su altro intervento nell’abbiatense. Molti volontari cominciano ad essere demotivati in quello che fanno ed è gravissimo. Alcuni cominciano a pensare di essere considerati vigili del fuoco di serie b, buoni solo quando non c’è nessun altro da mandare. La scala al distaccamento di Magenta ancora non arriva e molti pensano che dietro ci siano solo intoppi burocratici. I mezzi sono obsoleti, ma ovviamente per i volontari ci sono solo questi. E se dovessero sparire in un botto solo una decina di volontari per caserma come si farà a rimpiazzarli? Occorrerebbero minimo due anni, ad andare bene. Ma forse anche molti di più visti i tempi che corrono e la burocrazia che non avvantaggia certo il volontariato. Una grave perdita si paventa all’orizzonte. Non solo di ragazzi animati dal nobile intento di aiutare chi è in difficoltà Ma di storia. I pompieri di Magenta hanno radici antichissime e fanno parte integrante della città, così come quelli presenti negli altri comuni. Eppure dall’associazione nazionale vigili del fuoco fanno sapere che non molleranno facilmente: “Siamo ottimisti di natura. Se entriamo in un appartamento che sta bruciando siamo sempre convinti di non trovare una persona senza vita, ma di poter salvare qualcuno”.