Armati di mappa, taccuino, macchina fotografica, binocolo, a volte anche torcia e una barca. A caccia di invertebrati, uccelli anfibi e rettili nel Parco del Ticino. Diventare citizen scientists e contribuire ad incrementare le segnalazioni di specie di cui tanto si sa, ma tante sono le cose ancora da sapere. Sabato mattina al Centro Parco La Fagiana di Pontevecchio a Magenta è stato tenuto un corso rivolto alle guardie ecologiche volontarie, alle guide escursionistiche, ad esperti, ma anche a semplici appassionati che frequentano il Parco, volto a dare delle informazioni su come si effettua un monitoraggio. Attività svolta nell’ambito del progetto ‘Life IP Gestire 2020’ di Regione Lombardia, in collaborazione con il Parco del Ticino.
“Sappiamo, quando parliamo di determinate specie, che ci sono distribuzioni frammentate sul territorio – ha detto Serena Corezzola che coordina il monitoraggio insieme a Mattia Brambilla e Daniele Pellitteri Rosa – ma è veramente così? A volte non abbiamo informazioni, ma questo non significa che, in quella certa area, non ci siano specie di quel tipo. L’appassionato può darci una grossa mano a colmare tante lacune”. L’obiettivo è, quindi, quello di incrementare il numero delle segnalazioni. E questo lo possono fare anche dei semplici cittadini grazie all’app ‘Biodiversità Lombardia’. Attraverso il monitoraggio vengono scelti alcuni punti e si contano gli individui a cadenza regolare, seguendo un certo protocollo. “In questo modo – continua – posso ottenere delle importanti informazioni su come sta la specie, se è in declino e quali sono i fattori che contribuiscono al suo declino”. Per gli invertebrati le specie di riferimento sono il Gonfo Serpentino, il Gonfo Zampe Gialle e il Cervo Volante. Quest’ultimo viene segnalato anche nell’alto milanese, nella zona del Turbigaccio.
Per gli uccelli, a seconda della specie di riferimento, ci si dovrà organizzare con uscite diurne piuttosto che notturne e in certi periodi dell’anno. Vengono monitorate dal progetto gli aironi coloniali, il Tarabuso in risaia, la Moretta Tabaccata, il Picchio nero, il Martin Pescatore. Infine vengono monitorate 13 specie di anfibi e 8 di rettili. “Importanti sono anche le segnalazioni occasionali – concludono – quelle che avvengono per caso, senza una programmazione. Magari durante una semplice passeggiata nella natura”.