Nel nostro paese le emergenze non trovano mai una soluzione. Sono emergenze e restano tali fino a quando non si sa. Questa mattina eravamo davanti alla stazione Centrale di Milano e, per l’ennesima volta, abbiamo assistito al triste spettacolo di decine e decine di richiedenti protezione internazionale (profughi) che bivaccano dove capita. Provengono dall’Africa Subsahariana e non sanno come muoversi, dove andare a chiedere, cosa fare. Di fronte alla stazione da una parte c’è la Polizia di Stato e dall’altra c’è l’Esercito che, questa mattina, era rappresentato dagli Alpini. In mezzo i tanti passanti che osservano la situazione. Ovvio che, di fronte a tutto questo, a qualcuno posano saltare i nervi.
Dove finiranno questi profughi? Sono quelli che arriveranno anche nei nostri comuni nei prossimi giorni? In alcuni paesi si è detto che ne arriveranno 5 o 6 a seconda del numero di abitanti. Ma per molti è ancora tutto un forse, un si dice che poi viene smentito. Di certo l’Italia non potrà continuare in questo modo. Milano scoppia. Ragazzi sbattuti in terra in condizioni igieniche precarie. Altri che gironzolano tra la stazione Centrale e le vie limitrofe. Di loro non si sa nulla. Negli ultimi anni abbiamo visitato diverse grandi città europee. Da Berlino a Bruxelles con il quartiere di Mollenbek, da Copenaghen a Malmo con il quartiere ghetto di Rosengard. Il primo posto, in quanto a degrado, ce lo meritiamo tutto. In questo, almeno, battiamo tutti per distacco.