Riceviamo e pubblichiamo da Progetto Magenta: Il 22 ottobre ogni cittadino lombardo, compresi quelli nati il giorno prima, aprendo gli occhi potrà dire di aver speso 2,20 euro per dotare i seggi elettorali della nostra regione di tablet che verranno utilizzati per votare.
Per il referendum di ottobre il voto sarà elettronico. “La tecnologia al servizio della democrazia?” commenta Silvia Minardi, leader di Progetto Magenta, “Un’ottima idea. Ma come risponderanno gli elettori che non hanno dimestichezza con il mondo informatico? Il timore è che una fetta di popolazione, che non ha dimestichezza con le tecnologie, finisca per restare esclusa dalla possibilità di votare se non altro per il timore di non essere all’altezza del gravoso impegno.” Sicuramente è una decisione che va nella direzione opposta di chi vorrebbe combattere il non voto.
“Sarebbe stato preferibile iniziare a introdurre questa rivoluzione in modo graduale, magari in un numero anche importante di seggi,” aggiunge Valentina Campana, esponente di Progetto Magenta, che punta il dito anche su un altro aspetto altrettanto importante. “23 milioni di euro per un turno referendario sono tanti anche se è vero che i tablet verranno poi lasciati in dotazione alle scuole.” Anche su questo punto, Silvia Minardi non si lascia sfuggire l’occasione di una riflessione amministrativa. “I Comuni soffrono a causa del rispetto del patto di stabilità, la Regione no: può spendere anche fino a 23 milioni per dotare tutti i seggi della Lombardia di tablet. Due pesi e due misure lasciano perplessi. E soprattutto se l’intenzione è, comunque, quella di favorire le scuole e se davvero si hanno tante risorse NOSTRE a disposizione, perché non incrementare le risorse del Piano per il Diritto allo Studio?” Anche in questa occasione si ribadisce il vecchio e mai tramontato detto che spendere i soldi degli altri è quanto di più facile ci possa essere.