Che la sanità non stia prendendo una bella strada ce ne siamo accorti. Purtroppo. Chi sono i maggiori fruitori delle prestazioni sanitarie? Gli anziani, ovvio. È su di loro che si concentra la maggior parte delle risorse pubbliche. Bella scoperta. Ma, a quanto pare ci sono arrivati anche da Regione Lombardia. Purtroppo, di nuovo purtroppo.
Perché si rischia che la gestione delle patologie croniche venga sfruttata da enti gestori con un solo obiettivo.
Quello di trarre profitto. Sulla gestione delle patologie croniche si è parlato sabato scorso nella ex sala consiliare di Magenta un incontro di Sinistra Italiana moderato dal dottor Giuseppe Rescaldina ospite Alessia Petraglia, Senatrice e componente della segreteria nazionale e Aldo Gazzetti del Forum per il Diritto alla Salute Lombardia.
In sostanza la giunta della regione Lombardia intende cambiare le modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria per oltre tre milioni di cittadini affetti da malattie gravi di lunga durata. Sono il 30 per cento dei lombardi, soprattutto anziani affetti da diabete, tumori, patologia cardiovascolari. Assorbono circa il 70 per cento delle risorse pubbliche destinate alla sanità.
A breve riceveranno una lettera in cui la Regione li inviterà a scegliere un gestore, tra quelli inclusi in un apposito elenco, al quale affidare la predisposizione di un piano di assistenza con un percorso di cura che prevede vedute, esami e prestazioni varie.
L’ente gestore può essere un ente pubblico o privato o un gruppo di medici associati in cooperativa. “Probabile che la maggior parte dei gestori saranno privati che già gestiscono servizi sanitari o comunque soggetti di grandi dimensioni che stanno nascendo per spartirsi la torta”.
Ogni ente gestore potrà avere in carico un numero enorme di utenti, fino a 200.000. Tutto questo aprirà lo spazio per investimenti speculativi capaci di portare alla creazione di grosse concentrazioni monopolista che. Ovvero dare vita ad un mercato della salute basato sul profitto.
La parte finale del convegno in Video con l’intervento della Senatrice Petraglia: