Riceviamo e Pubblichiamo
Giovedì 12 ottobre un convegno in Villa Magnaghi a Marcallo con Casone ha fatto il punto su come attivare una sempre più efficace rete di assistenza e cura
Una giornata di studio rivolta a tutte le figure sanitarie e sociosanitarie dell’ASST Ovest Milanese: psicologi, medici, infermieri, assistenti sociali, educatori professionali. Finalità: fornire ai partecipanti strumenti per accogliere e prendere in cura i ragazzi, i giovani (e non solo) che manifestano segnali di sofferenza psichica e richiedono interventi specialistici.
Il convegno “Adolescenti in divenire: lasciarsi trasformare” ha raccolto l’adesione di un’ottantina di partecipanti.
Dopo i saluti dell’Assessore regionale all’Economia Massimo Garavaglia, e dell’assessore comunale alle Politiche sociali Marina Roma, ha aperto i lavori il Direttore Socio Sanitario dell’ASST Ovest Milanese, dottor Giancarlo Iannello: “Il nostro obiettivo è investire sugli adolescenti, coinvolgendo tutti i settori della nostra Azienda che afferiscono alla Direzione Socio Sanitaria. Lavoreremo sulla prevenzione, sulla promozione degli stili di vita e rafforzeremo l’operatività dei Sert. Faremo convergere tutte le nostri linee progettuali in un’unica direzione: aiutare concretamente gli adolescenti e le famiglie che colgono segnali di sofferenza emotiva nei loro figli”.
“Il convegno ha fatto il punto sulle attività svolte fino ad ora nell’ambito dei Programmi Innovativi – affermano la dottoressa Lorena Vergani, responsabile dell’Unità di Psicologia Clinica dell’Azienda, e il dottor Luca Micheletti, psichiatra del CPS di Legnano. Da ormai diversi anni i Programmi Innovativi presenti nel Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’ASST Ovest Milanese hanno promosso interventi specialistici rispetto ad aree di sofferenza emotiva e di disagio psicologico. Tra queste abbiamo l’area dell’adolescenza, dei disturbi alimentari, della gravidanza e del post partum. Tra i soggetti a maggior rischio di sviluppare disagio ci sono gli adolescenti e i giovani adulti: la rapidità dei cambiamenti sociali, la precarietà economica e lavorativa, l’incertezza del futuro e la difficoltà a definire identità e obiettivi influenzano i percorsi evolutivi, li rallentano e qualche volta li fermano. I servizi devono attrezzarsi per rispondere a una domanda di aiuto non sempre diretta, nascosta dietro comportamenti bizzarri o violenti, disturbi alimentari, uso di sostanze, ricerca di sensazioni forti, ritiro sociale, a cui si aggiunge il rischio di esordio di disturbi mentali gravi. Da qualche tempo giungono all’attenzione dei Servizi anche ragazzi che non presentano segni di disturbo mentale ma presentano gravi difficoltà di relazione con gli altri, interrompono i loro percorsi formativi, si isolano. I disturbi emergenti necessitano che vengano affrontati con il lavoro integrato fra psichiatra, neuropsichiatra infantile, psicologi, educatori, infermieri, assistenti sociali, operatori dei servizi per le dipendenze e tutte le agenzie che si interfacciano con l’adolescenza e la giovane età adulta. Ricordiamo che l’incontro con ogni individuo adolescente, adulto o mamma, è unico. E’ necessario lasciarsi trasformare: noi e loro”.