Mi capita di aver voglia di scrivere. Un tempo albeggiavano altre voglie, ma il tempo passa e domani è il giorno dei morti, anche se l’ho ‘festeggiato’ oggi con una lunga visita al Cimitero. In attesa di eventi, continuiamo la nostra ‘Storia delle Vie’, affrontando quello che fu il personaggio più importante della storia turbighese, quel cardinale di Santa Romana Chiesa, Flaminio Piatti, a cui si devono la Chiesa e il Convento degli Agostiniani Scalzi (XVII secolo), capisaldi di una Controriforma cattolica che tentò di arginare l’incendio scatenato da Martin Lutero giusto cinquecento anni fa.
112 – PLATI (PIATTI) Flaminio
Collega la Via Villoresi alla nuova Circonvallazione Sud di Robecchetto con Induno e fu denominata con delibera n. 120 del 28 settembre 1971. Il prolungamento della Vla Plati al territorio di Robecchetto fu realizzato negli anni Novanta del secolo scorso quando entrò in funzione il nuovo camp di calcio.
Circa un secolo fa, a conoscenza del fatto che il Comune stava riordinando le Vie turbighesi, il parroco, don Edoardo Riboni, con una lettera del 19 novembre 1930, si fece carico di proporre al segretario politico del Fascio locale, Guido Rivolta, la denominazione di una Via al cardinale turbighese. Scriveva il don: “Nato a Turbigo nel 1550 compì i suoi studi a Roma e poi per la sua scienza e pietà venne creato Cardinale e delegato apostolico in Spagna. La cappella e il dipinto di San Diego (recentemente restaurato dalla parrocchia) è opera sua. Con atto testamentario lasciò i fondi per erigere un convento e la chiesa conventule degli Agostiniano Scalzi”. Lasciò tante beneficenze per Turbigo che vengono amministrate dalla Congregazione di Carità”.
La ricerca storica del Parroco non era molto approfondita, ma lo spessore del personaggio c’era tutto e sufficiente a motivare gli studi successivi. Sepolto nella Chiesa del Gesù a Roma, sotto la cupola principale, il suo sepolcro, portante lo stemma dei Piatti (che poi è quello di Turbigo) è disegnato con marmi policromi in quella che fu la chiesa principe della Controriforma. E il cardinal Piatti fu – insieme e Carlo Borromeo e Carlo Bescapé – uno dei fautori della Riforma contro quel frate che ruppe l’unità del mondo cristiano. Difatti il 31 ottobre 1517, cinquecento anni fa, Martin Lutero affisse alla porta della Chiesa del castello di Wittemberg le 95 tesi sulla penitenza e sulla vendita delle indulgenze che si scagliarono cntro il potere politico della chiesa di Roma. Il cardinal Piatti era dall’altra parte e il convento e la chiesa turbighese vanno visti in questo contesto storico.
La Via in memoria del Cardinale fu denominata all’Arbusta quarant’anni dopo, ma fu sbagliato e il cognome da ‘Piatti’ divenne il latineggiante ‘Plati’ e sostituirlo oggi è quasi impossibile, per le lagnanze degli abitanti che dovrebbero cambiare le patenti automobilistiche e tutto il resto. Per cui va bene così.
Ricordiamo, infine, che a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso fu realizzata una forte urbanizzazione lungo questa Via ad opera delle cooperative edilizie (‘La Turbighese’, p.e. costruì 15 appartamenti con cantina).
113 – PODGORA (Via e Vicolo)
Collega la Via Fredda alla Via Bainsizza e fu denominata nel 1932, così come il vicolo. E’un luogo topico della prima guerra mondiale dove si svolse la seconda battaglia dell’Isonzo.
114 – PORTA Carlo
Collega la Via Bainsizza alla Via Fredda e fu denominata con delibera n. 68 del 29 novembre 1985. La Via accompagna sulla destra, partendo dall Via Fredda, una serie di villette, mentre sulla sinistra dopo ‘Carla Fiori’ ci sono i resti di quello che fu uno stabilimento di piastrelle (Al Maragnò).
FOTO La chiesa e il convento degli Agostiniani Scalzi