La storia dlle Vie turbighesi continua con alcune note su una delle tante cascine che costellavano in territorio turbighese delle quali si sa poco o punto.
124 – SANTA MARIA (Via e Cascina)
Da Via Tre Salti al Ticino, previo attraversamento della roggia molinara, fu denominata con delibera n. 120 del 28 settembre 1971. Già presente nel Catasto teresiano (1722), risulta dallo Stato delle Anime che, nel 1844, la cascina Santa Maria (adiacente alla Via in questione) era abitata da Giovanni Pastori di Nosate (detto Biseta).
Nel 1855, la cascina entrò a far parte della possessione Turbigo e Uniti acquistata dall’ingegner Luigi Tatti. Alla morte del figlio (l’ingegner Palo Tatti, sindaco di Turbigo dal 1864 al 1913 che non aveva avuto prole) passò al nipote Consonni.
Nel 1930, la proprietà venne venduta ai Merlo, successivamente passò ai nipoti Torno e, nel 1960, fu acquistata dai Capoferri che la posseggono attualmente. Recentemente, l’insediamento è stato arricchito da due case adiacenti all’antica cascina, dei figli del compianto coltivatore che, una decina di anni fa, con il suo trattore riuscì a rimettere in strada l’auto della figlia di chi scrive, malauguratamente scivolata – a causa delle neve – in un fossato.
Dalla Via Santa Maria (a sinistra nella foto) si accede al Parco del Ticino. Addentrandosi nel bosco si arriva, percorrendo vecchi tratturi, alla sponda sinistra del Ticino, dove nel fiume si inseriscono le acque di scarico del ‘Turbighetto’(la centralina idrica dei Tre Salti, alimentata dalle acque dello scaricatore del Naviglio al Ticino). Qui, all’interno di una vegetazione che ha riconquistato la libertà, si incontrano ancora case diroccate innalzate sulle sponde, affacciate sui diversi canali, nelle quali il camino era l’unica risorsa, visto anche che la legna non mancava.