MILANO – Milano, con la sua regione, è sempre stata il fiore all’occhiello dell’Italia: fin dai tempi in cui era capitale dell’Impero romano, sino al Medioevo, vertice dell’economia reale – agricoltura, finanza, industria delle armi – della cultura, della finanza, ed una delle tre capitali dell’impero asburgico, che contendeva alla stessa Vienna il primato nell’efficienza economica; ai giorni nostri, locomotiva del Paese, continuando a dare all’Italia più di quanto da essa riceva. E sempre mantenendosi all’avanguardia nel campo della solidarietà.
Lo ha ricordato Giuseppe Valditara, professore ordinario di Diritto romano nell’Università di Torino e direttore scientifico della rivista Logos il cui centro studi LogosLab, presieduto da Pietro Foroni, ha organizzato a Milano, allo Spazio Cobianchi di Piazza Duomo, un dibattito con la presenza del candidato alla presidenza della Regione Lombardia Attilio Fontana.
Negli storici locali, inaugurati nel 1924, che Riccardo Bertolini ha restituito alla città come spazio culturale, si è raccolto un qualificato gruppo di uomini di cultura e di impresa per offrire un contributo di idee al momento magico che stanno vivendo capoluogo e regione:
– Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia
– Rosario Alessandrello, presidente della Camera di Commercio Italo Russa
– Giampio Bracchi, presidente emerito della Fondazione Politecnico
– Gian Carlo Blangiardo, docente di demografia nell’Università di Milano Bicocca
– Roberto Brustia, commercialista partner Cba
– Francesco Rotondi, avvocato giuslavorista
– Claudio Roveda, direttore Fondazione Cotec
– Massimo Cavalieri, presidente di alta gioielleria Cbo.
Ha introdotto i lavori Pietro Foroni, presidente delle Attività produttive della Regione Lombardia,
moderatore Gianluca Savoini, giornalista direttore di Logos.
Se la politica potesse, o volesse – contatti sono in corso con il governo, passato e prossimo, per una maggiore autonomia dopo il referendum dello scorso ottobre – dare risposta alle idee e ai suggerimenti offerti, la Lombardia diventerebbe il faro che illumina l’Europa: dovrebbe, tra molto altro, essere dotata di maggiori infrastrutture oggi deficitarie rispetto alla media nazionale se si tiene conto di numero di abitanti, di imprese, di Pil e di export prodotti; valorizzare al meglio le sue potenzialità turistiche (conta 11 dei 60 siti Unesco italiani- con un sito, la liuteria cremonese, addirittura patrimonio immateriale); sostenere le nuove piccole imprese semplificando le procedure di concessione dei crediti ed aumentandoli (in Italia 250 milioni di euro, in Francia 2 miliardi).
E quanto potrebbe insegnare la Lombardia al resto del Paese. Dall’efficienza nella gestione della giustizia (uno dei parametri fondamentali sui quali si basa il potenziale investitore straniero) a quello della pubblica amministrazione (la Regione ha 3.200 dipendenti, la Campania circa 6.000 pur avendo meno della la metà degli abitanti). E’ stato calcolato che se lo Stato stornasse alla Lombardia quanto vi spende per i servizi, la regione potrebbe fornire gli stessi servizi risparmiando quasi la metà.
Ed è su questo tema, della buona gestione, che Fontana, recependo idee e suggerimenti, si è soffermato: una Lombardia più libera per il bene del Paese. Un esempio per tutti: l’eccellente sanità lombarda mostra segni di difficoltà per carenza di medici e di infermieri, la Regione ha le risorse per nuove assunzioni ma non può utilizzarle perché la legge non lo consente.
Ma lo spirito lombardo, Fontana è convinto, riuscirà a prevalere su freni e burocrazie: è iniziata una fase costituente che, con i giusti tempi e nel rispetto delle regole, raggiungerà importanti traguardi su innovazione, lavoro ai giovani, opportunità economiche, sviluppo tecnologico.
Foto
– Attilio Fontana con Achille Colombo Clerici