MILANO – A Milano sbarca il braccio operativo della Tsinghua University di Pechino TusStar, il più grande incubatore al mondo di attivita’ innovative, che con il Campus Bovisa del Politecnico apre la sede del proprio hub europeo per l’innovazione. L’ obiettivo è realizzare una piattaforma per l’attrazione di investimenti cinesi in innovazione, sostenendo le attività di trasferimento tecnologico fra le rispettive accademie e il mondo delle imprese.
E’ una delle notizie riferite nel primo dei due giorni di dibattiti e tavole rotonde sui temi dello sviluppo sostenibile in corso nella comunità di recupero riminese San Patrignano, dove si svolge la prima edizione del ‘Sustainable Economy Forum’, promosso da San Patrignano – che festeggia così il quarantennale della fondazione – e Confindustria; sostenuto da BMW Italia, Eni, Gruppo 24 Ore, IGPDecaux, Intesa San Paolo, l’Ente Nazionale per il Microcredito, con il patrocinio di Fondazione Cariplo e il contributo di Fondazione CRT.
Oltre 60 relatori nazionali e internazionali si confrontano sul futuro del pianeta e sui temi cruciali dettati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il rafforzamento del partenariato fra privati, fra privato e non profit, e allo stesso tempo lancio dei green bonds sono le prime proposte emerse nella prima giornata.
La due giorni, alla quale Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano ha invitato il presidente di Assoedilizia e dell’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici, vuole accendere i riflettori su due tematiche essenziali, Sostenibilità e Responsabilità, al fine di offrire un contributo allo sviluppo economico e sociale di una società più prospera e consapevole. Ha detto Moratti: “È importante per San Patrignano organizzare e ospitare un evento di tale rilevanza teso a promuovere una riflessione seria ed efficace sui due valori da sempre promossi anche dalla nostra Comunità come punti cardine del programma di recupero. Si tratta di un’evoluzione necessaria che, a livello locale e globale, dovrà orientare un cambiamento culturale attraverso il confronto e lo scambio di esperienze positive che producano e diffondano conoscenza e consapevolezza”
Secondo il presidente di Confindustria Francesco Boccia “l’industria e l’Italia aspirano a un nuovo Rinascimento, per cui è necessario immaginare una differente idea di sviluppo in cui attraverso la sostenibilità e la responsabilità sociale possano essere raggiunti importanti obiettivi: aumentare la produttività, favorire la crescita, contribuire a rendere la società più aperta, contrastare povertà e disuguaglianze. Una crescita inclusiva può infatti essere la soluzione alla disgregazione della società, oltrechè rappresentare un elemento di equità verso le generazioni future”.
Una giornata di confronto e di lavoro in cui si è parlato di sostegno all’Africa, di nuovi modelli di welfare e finanziari, ma anche di pari opportunità fra i generi, soluzioni per le grandi città e di come la tecnologia possa e debba essere sempre più a sostegno dei cittadini. Proprio in merito a quest’ultimo tema è intervenuto Nicholas Negroponte, fondatore di “One laptop per Child Association”: “La tecnologia è importante, ma prima che insegnare a creare app dobbiamo far sì che i bambini e i giovani apprendano e siano in grado di formulare un pensiero. In questo la tecnologia ci può venire in aiuto. E’ grazie ad essa che abbiamo permesso in sei mesi a un villaggio africano di apprendere l’inglese. E per questo è ancor più importante che la connettività arrivi ovunque e possa esser parte del bagaglio dei diritti umani”.
In quarant’anni la comunità di recupero San Patrignano ha accolto 26.000 giovani con problemi di tossicodipendenza, attualmente gli ospiti sono 1.300. Offre loro una casa, assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare e imparare un mestiere mettendo a disposizione una cinquantina di laboratori ed attività agricole e di allevamento – la comunità si estende su una superficie di circa 300 ettari – e quindi di rientrare a pieno titolo nella società. Il tutto gratuitamente, senza oneri nè per lo Stato (che risparmia così circa 30 milioni) né per le famiglie. Oltre la metà delle risorse proviene da donazioni, senza le quali San Patrignano non sarebbe diventata una delle più importanti realtà europee in questo campo.
Ricerche universitarie dimostrano che il 72% di chi termina il percorso di recupero non ricade nell’uso della droga. Importante anche l’opera di prevenzione svolta dalla Comunità all’esterno: ogni anni incontra decine di migliaia di studenti e si occupa di sensibilizzarli sul tema della dipendenza.
Il percorso nella comunità dura in media dai 3 ai 4 anni. San Patrignano è una comunità viva che, con il supporto e il sostegno di chi ha già provato esperienze di vita simili, comprende le difficoltà legate ai disagi e all’emarginazione e riesce a ricostruire l’identità delle persone rafforzandone i valori: l’onestà, l’impegno, il rispetto per se stessi e per gli altri, la solidarietà e la capacità di relazione.
La comunità di recupero da droghe e dipendenze è anche impegno per una società migliore attraverso diversi progetti di prevenzione: attività specifiche nelle scuole, eventi internazionali di approfondimento, lotta contro le dipendenze. San Patrignano è diventata negli anni anche un centro di eccellenza nell’organizzazione di eventi, nella formazione e nella comunicazione aziendale.
Foto: Letizia Moratti con Achille Colombo Clerici