Un banale dosso, di quelli su cui cadere è impossibile per un normodotato ha fatto terminare a Cristian la sua impresa a sostegno della ricerca per la Sclerodermia.
La dinamica della caduta è stata banale. Un tratto dove c’era un piccolissimo dosso ha girato all’improvviso il manubrio della bicicletta cogliendo impreparato Cristian. Lui che ha solo un braccio, l’altro è stato amputato per un incidente di lavoro, è caduto rovinosamente a terra fratturandosi la clavicola.
Nel momento dell’incidente si trovava in Svezia a pochi chilometri (11) dal confine con la Danimarca. Aiutato da un automobilista che ha chiamato i soccorsi è stato curato in un ospedale svedese.
Dopo le cure, stabilizzato, ha deciso di tornare in Italia. Si trovava a metà del percorso programmato.
Ci racconta: “mi spiace molto, credo che avevo percorso la parte più difficile, quella dei chilometri fatti in solitudine tra i boschi polacchi, norvegesi e svedesi – continua con un po’ di rammarico – adesso sarebbero arrivate nazioni più popolate, avrei incontrato gente, la parte dura era terminata”.
“Viaggiavo percorrendo circa 100 km al giorno – sottolinea – avrei terminato l’impresa verso metà novembre. Nel momento dell’incidente avevo percorso più di 7000 km ero circa a metà”.
Abbiamo fissato un appuntamento con lo sfortunato, ciclista turbighese. Ci racconterà il suo viaggio in una videointervista.
Ci uniamo al pensiero di Carla, una sua amica, che gli scrive su facebook: “Cristian ha vinto in ogni modo. Ha portato le malattie rare a CapoNord, ha fatto conoscere la sclerodermia, ha annodato tanti nodi puntando alla diagnosi precoce. Ambasciatore tra gli ambasciatori con un “quid” in più. Grazie amico nostro”.
Grazie amico, ti aspettiamo in redazione quando starai meglio!