L’avvocata Maria Teresa Zampogna, dopo le polemiche seguite al suo insediamento il 31 luglio al Comitato tecnico scientifico della Commissione Antimafia della Regione Lombardia ( vedi articolo CAM) si è dimessa dall’incarico, con una lettera al Presidente della Regione Fontana.
La professionista è molto nota a Milano e provincia per la sua attività forense, ma soprattutto per avere difeso alcuni esponenti di spicco della criminalità organizzata siciliana e calabrese, tra cui Salvatore Lo Piccolo e Carmine Valle o personaggi come Carlo Chiriaco, l’ex direttore dell’ASL di Pavia arrestato nel 2010 per i suoi contatti con esponenti della ‘ndrangheta calabrese.
Molte perplessità erano sorte in Commissione antimafia già all’annuncio della sua candidatura, soprattutto da parte della Presidente della Commissione stessa, Monica Forte e dal Presidente del Comitato tecnico scientifico Nando Dalla Chiesa,
figlio del generale ucciso, insieme alla moglie, dalla mafia a Palermo nel 1982. Forte e Dalla Chiesa hanno continuato a protestare anche dopo l’avvenuta nomina della Zampogna, giudicando inadeguata la sua figura di Avvocata penalista che, nell’esercizio della sua professione è a contatto con persone inquisite per reati di mafia e corruzione, con l’incarico presso il Comitato scientifico antimafia, dove sarebbe stata testimone di dibattimenti e ricerche di soluzioni strategiche riguardanti il mondo della criminalità e i suoi legami con la società civile.
La Zampogna in una lettera al capogruppo di Forza Italia, che ha spinto la sua candidatura, Gianluca Comazzi, lamenta di essere stata oggetto di una sorta di linciaggio mediatico, del quale ipotizza motivi politici, ma non sentendosi in grado di lavorare in un clima di sospetto, ha deciso di rassegnare le dimissioni.