Subito preso di mira. Neanche due mesi dopo circa l’apertura ufficiale e già purtroppo si fa la conta dei danni nel sottopasso pedonale e ciclabile di via Lonate. Ma stavolta, al di là delle varie scritte (che va detto erano comparse in più occasioni anche prima che la struttura fosse funzionante), chi ha agito è andato ben oltre danneggiando letteralmente i pannelli di cartongesso appena messi e sui quali poi posizionare le piastrelle disegnate dagli alunni delle scuole cittadine. Alcuni distrutti, altri tagliati: alla fine un gesto che lascia senza parole e soprattutto con tanta amarezza e delusione. “L’episodio si commenta da solo – dicono il sindaco Giuseppe Pignatiello e l’assessore Luca Fusetti – Adesso faremo la segnalazione a Ferrovienord, che ha ancora in carico l’opera, certo è che ci siamo stancati di dover continuare a riparare i danni che puntualmente vengono fatti in giro per la città. Ad esempio proprio in via Lonate solo giovedì scorso i servizi tecnici esterni avevano provveduto a pulire l’intera area. D’ora in avanti tolleranza zero verso quelle persone che verranno scoperte ad imbrattare o vandalizzare luoghi e strutture pubbliche della città”. Perché il sottopassaggio è solamente l’ultimo episodio in ordine di tempo. “Qualche giorno prima, infatti, è stato distrutto anche il parchetto di via Treves – continua l’assessore Fusetti – Nello specifico hanno divelto tutti i cestini presenti e hanno spaccato il corrimano in legno di uno dei giochi per bambini. Qualcuno ci ha riferito di aver notato due ragazzi, stiamo verificando per cercare di avere un quadro preciso e dettagliato della situazione”.
Preso di mira il nuovo sottopasso. Danni anche al parco di via Treves
Francesco Maria Bienati
Chi è Francesco Maria Bienati, innanzitutto… uno che fino qui ha vissuto e, a suo modo, vuole continuare a vivere. Come ha fatto finora, seguendo quello che la vita gli offre tentando di carpirne l’attimo. Lo stesso attimo che l'ha portato a intraprendere la strada del giornalismo: nel 1993, seduto su un muretto nei pressi dell’ospedale di Mostar, con la colonna sonora dei colpi di mitragliatrice, accorgendosi che c’era bisogno d’informare per sensibilizzare il mondo che c’era una parte di mondo che soffriva. Cosi, da appassionato fotoamatore diventa Giornalista (mi piace definirmi Fotoreporter). La mia sensibilità mi porta a proseguire l’esperienza bosniaca in altri paesi in guerra: Albania, Israele, Sudan. Altri reportage li realizzo in Togo, Egitto, Tunisia, Benin. In questi anni collaboro alla fondazione di due Onlus, l’Associazione Un Sorriso per il Sudan e Il Coordinamento Pro Missioni di Magenta. Dopodiché mi butto nell'imprenditoria, fondo una ditta di Autotrasporti internazionali che mi permette di girare per la vecchia e nuova Europa. Continuando a documentare in maniera personale le cose e le storie che vedo. Sono cofondatore dell’Associazione Amici di Mons. Macram, Vescovo Sudanese operante nella sua terra. Oggi continuo a seguire l’attimo: ho deciso di tornare a fare il giornalista, nel tentativo di dare voce a chi non ne ha.