Domenica, 28 Ottobre 2017 il CineTeatro Agorà di Sedriano è stato palcoscenico di una viva e toccante performance teatrale.
Otto giovani donne di origine africana, vittime di un passato di privazioni e violenze, hanno interpretato sul palcoscenico quello che è stato (ed è per molti altri) il loro travagliato viaggio verso la libertà. Un evento promosso ed organizzato dal CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) e dai suoi giovani volontari, ma che ha visto anche un’attiva collaborazione del Gruppo Missionario di Sedriano.“Il nostro scopo è quello di mandare un messaggio a tutti attraverso varie forme d’arte”, dice Sara Belfattà, figura principale di CAS, presentando al pubblico lo spettacolo. E continua poi: “quello di oggi è l’esito di un percorso che torna indietro nel tempo, agli albori della stessa organizzazione . Sono fiera di stare con queste ragazze, loro sono il nostro futuro”.
“Non è un film” è il racconto di un viaggio che tocca tutti, in particolare donne, giovani e bambini, da un continente all’altro. Un viaggio di quelli che, per volere di un destino spietato ed incontrollabile, trascina corpi e menti appartenenti a culture diverse dalla nostra, che spesso e inspiegabilmente divengono sinonimo di esseri inferiori.
Un viaggio che non vede altri scopi, se non quello della ricerca dei propri diritti e non (come tanti pensano) di vizi e piaceri. Un viaggio che, per coloro che lo affrontano, si paga con l’abbandono della propria terra e, talvolta, anche della propria vita. Ma nonostante le difficoltà, in queste donne vive la speranza di raggiungere quel sentimento primordiale chiamato libertà.
Oggi più che mai, per molte di loro la speranza è rappresentata dal CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) e dai suoi giovani volontari. Una realtà che non si limita ad accogliere, ma anche ad ascoltare e a creare un dialogo valoriale con l’altro.
E, come per queste donne africane, il prodotto dell’incontro è un emozionante esibizione teatrale.
In tal senso, le organizzazioni come CAS insegnano ad andare oltre le mere parole, cercando di relazionarsi ed esaltare il punto focale che più ci accomuna: la consapevolezza di appartenere alla specie umana.
Perciò, godiamoci questo lieto fine, ma ricordandoci che questo viaggio non è un film, bensì una dura realtà di oggi che, inevitabilmente, coinvolge tutti quanti noi.