Oggigiorno, un mondo variegato è segno di un mondo insicuro. E lo è per tutti coloro i quali lo abitano, a prescindere dalla posizione sociale e dal luogo occupato. Circoscrivere le nostre impronte ad una precisa zona territoriale è diventata cosa ormai difficile, se non impossibile.
I flussi di cose nel mondo trascinano persone, oggetti, animali, sentimenti e persino i valori.
Il buon detto “non c’è più religione” è ormai sostituito dal culto per l’amor proprio e, quella “parola del Signore” che tanto incideva sulle nostre azioni, ora difficilmente riesce a raggiungere il cuore dell’essere umano. Chiese, centri parrocchiali, negozi e ristoranti sono tutte cattedrali nel deserto.
Eppure, il sistema socio-politico del “bel paese” sembra essere ancora vivo.
Attualmente, due parallele e differenti generazioni vivono e lo governano. Una è vecchia, lenta e affaticata, cammina spaesata per le vie dei paesi senza riuscire ad orientarsi. L’altra, più giovane, estroversa e dinamica viaggia con piena sicurezza in un mondo sovra-umano, virtuale. Case, uffici, scuole, piazze, bar e mezzi pubblici: non vi è luogo in cui esse non si contrappongano. Molti di noi vivono nella convinzione che ogni cosa, persino il sentimento, possa essere trasportata da una generazione all’altra, dal mondo terreno a quello virtuale. Altri, più radicali, credono che ad ogni bivio corrisponda un cambiamento per il quale la strada non scelta sia quella da abbandonare. La verità è che la presenza di due generazioni contrastanti persiste in questo mondo, ma solo una di esse (quella “vecchia”) è prossima ad una dolorosa fine poiché priva di ogni mezzo di sostentamento. Un tempo l’energia circolava per le strade e creava sinergia tra le persone.
Ma la verità è che si costruiscono sempre più grattacieli senza restaurare i palazzi antichi.
L’energia che muove il mondo abita ai piani alti e tende verso l’infinito, ove pochi possono arrivare. Chi sta sotto, deambula faticosamente e aspetta che qualche briciola caschi accidentalmente nelle sue mani.
Non è una questione che si risolve stando da una parte o dall’altra, scegliendo il progresso o la tradizione. La vera sfida è recuperare ciò che stava prima di ogni cosa: l’attenzione per i valori, poiché quest’ultimi sono l’ossigeno delle nostre azioni. Solo così l’umanità uscirà da questa acuta crisi respiratoria.
Questi i temi toccati dalla Senatrice Daniela Santanchè e dal Senatore Mario Mantovani all’inaugurazione del Circolo Neo-Repubblicano presso l’aula Alda Merini di Cornaredo.
“Nessuno di noi può decidere l’ora e il momento in cui nascere, ma è altrettanto vero che nessuno altro può decidere l’ora nella quale farci morire”. È con queste parole che, lo scorso Lunedì 3 Ottobre, al fianco del Senatore Mario Mantovani, la senatrice Daniela Santanché è riuscita ad emozionare i presenti all’inaugurazione del Circolo Neo-Repubblicano. Moltissimi i convenuti, uniti dall’idea di riprendere quel valor perduto sulla scia di un radioso ritorno del centro-destra con Fratelli d’Italia. Il partito, rappresentato da Giorgia Meloni, è il punto di riferimento di questo e di altri prossimi circoli che presto nasceranno.
“Capisco che molti non hanno voglia di iscriversi e rimettersi in gioco. Capisco anche che qualcuno di voi potrebbe aver paura della parola “destra”. Oggi qualcuno dice che le ideologie non esistono più. Forse è vero, ma ci sono i valori. Essere di destra vuol dire amare la propria casa, la patria che ci accomuna”- ha continuato la senatrice –“ La compattezza è ciò di cui hanno bisogno tutti quei cittadini che, da un paradigma all’altro, si sono visti surclassati da un mondo così lontano, virtuale.” L’obiettivo dei circolo è di riunire ed offrire un porto sicuro a chi in questo sistema si sente spaesato. I neo-repubblicani sono appena all’inizio ma stanno già cambiando passo a seguito delle continue richieste di apertura di nuovi circoli, proprio come afferma il senatore Mario Mantovani: “Siamo contenti di riscontrare tanto interesse e di aver smosso gli animi di molti. Questo significa che la gente non è contenta e ha bisogno di noi. Poco tempo fa eravamo a Varese, oggi siamo a Cornaredo. Domani andremo in Emilia-Romagna per soddisfare nuove richieste. È sintomo che ci stiamo allargando. L’Italia è lunga e a livello politico ha appena subito una scossa che non promette bene. Il variegato organico di Noi Repubblicani c’è ed è pronto a lottare per una destra “Liberale e Riformatrice” ed un popolo più “Sovrano”.