Le celebrazioni per la Memoria della Shoah a Magenta hanno avuto stasera un appuntamento simbolico molto apprezzato dai cittadini, che hanno riempito il Teatro Lirico per il Concerto della Memoria intitolato “Quatour pur la fin de temps” (quartetto per la fine dei tempi) scritto dal compositore Oliver Messiaen, quando era prigioniero come militare francese nel campo di concentramento VIIIA vicino a Gorlitz e dove fu eseguito per la prima volta il 15 gennaio 1941 davanti a 500 prigionieri, grazie alla passione per la musica dell’ ufficiale tedesco responsabile del campo.
Stasera, di fronte alla sindaca Chiara Calati, all’assessore Rocco Morabito, a esponenti del Consiglio Comunale, della Guardia di Finanza, a Don Giuseppe Marinoni e al presidente della Proloco Pietro Pierettori, un quartetto di giovani musicisti di Totem ( violino Ruben Giuliani, violoncello Giovanni Volpe, clarinetto Flavia Feudi e pianoforte Maddalena Miramonti) hanno mirabilmente eseguito gli otto movimenti del concerto. Ad enfatizzare il pathos delle note la splendida voce di Lucilla Giagnoni, attrice nota e amata dal pubblico magentino, che ha inframmezzato gli otto tempi del quartetto con brevi racconti sulla storia e la simbologia della partitura di Messiaen.
Prima del concerto, salutando il pubblico, Chiara Calati ha detto che “la memoria è un dovere verso le vittime, verso noi stessi e verso le generazioni future, che dobbiamo aiutare a costruire una società fondata sulla dignità di ogni essere umano, e sulla condanna di ogni forma di estremismo, di intolleranza e di ogni ideologia che prevarica il rispetto degli altri e che si fonda sulla paura, i cui effetti purtoppo vediamo ancora oggi.”
Come ha sottolineato Antonella Piras, infaticabile e appassionata presidente di Totem: ” la bellezza della musica, oggi come allora nello Stalag VII, serva a contrastare e scacciare le tenebre del Male e della sofferenza.”
La Shoah ( nel lessico biblico= distruzione) è stata il sistematico e programmato annientamento della maggior parte degli Ebrei d’Europa ad opera dei regimi nazi-fascisti,durante gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, ma, parlando di “Memoria” dobbiamo ricordare anche tutti gli altri gruppi etnici e di genere che sono stati annientati, con gli ebrei, durante il regime nazista ( zingari, malati psichiatrici, handicappati e omosessuali ) e le pulizie etniche operate durante il regime stalinista in URSS, le guerre in Cambogia, quella Serbo-Croata, quelle nel Sud Sudan,…fino ai più in recenti genocidi del popolo Curdo e quello dei Rohingia.
L’unico modo che abbiamo per scongiurare questi progetti di “ingegneria sociale” in cui alcuni gruppi di donne e di uomini possono essere considerati diversi, superflui o addirittura pericolosi come virus per la società è quello di parlarne, di denunciare e di ricordare i genocidi di tutti.
La settimana della memoria continua con altri appuntamenti che saranno spunto di ulteriore riflessione, perchè l’importante è non dimenticare quanto l’essere umano possa diventare talmente dis-umano verso i suoi simili, al punto da considerarli indegni di vivere e quindi giustificarne lo sterminio.
Mercoledì 30 gennaio
Presso il Liceo Bramante, ore 10.10
Incontro della Memoria “I DEPORTATI MILITARI ITALIANI’
a cura delle sezioni magentine delle Associazioni Nazionali ALPINI, BERSAGLIERI, COMBATTENTI e REDUCI e DEL FANTE
Lunedì 4 febbraio
Teatro Lirico, mattino (riservato agli studenti del Liceo Bramante)
Spettacolo
a cura di DEDALUS
Giovedì 7 febbraio
Teatro Lirico, ore 21.00
Proiezione del film “LA RAZZIA, ROMA 16 ottobre 1943”
a cura dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con la famiglia Molho
Sarà presente in sala il regista del film Ruggiero Gabbai