Il giorno 18/02/2019 la terza sezione penale del Tribunale di Milano, dopo una camera di consiglio di sei ore ed un’istruttoria protrattasi per tre anni, con più di trenta udienze ( e l’assunzione di numerosi testimoni e consulenti tecnici), ha riconosciuto la responsabilità penale di 15 imputati per i reati di bancarotta, ed altri reati connessi e collegati al fallimento delle società NOVACETA SPA, BEMBERGCELL SPA, ENERCELL tutte operanti nel sito industriale di Viale Piemonte a Magenta.
Alle pene detentive inflitte agli imputati sono conseguite le pene accessorie inerenti l’inabilitazione all’esercizio dell’impresa commerciale, nonché all’assunzione di cariche direttive, l’inabilitazione legale e l’interdizione ai pubblici uffici.
Poiché agli imputati sono state contestate azioni plurime, che hanno avuto come conseguenza il fallimento, da dette azioni è stato ritenuto dal collegio che potessero essere derivati oltre ai danni patrimoniali, anche danni non patrimoniali, ossia quelli dedotti dai lavoratori negli atti di costituzione di parte civile. Questa importante ricaduta della sentenza fa si che ai lavoratori che si sono costitituiti parte civile sarà possibile vedere riconosciuti anche i danni morali loro derivanti dalla perdita del posto di lavoro. I circa 200 dipendenti e le loro famiglie hanno subito uno stravolgimento della vita, perchè perdere il lavoro significa dover rivedere tutti i progetti già attuati, ridimensionare il bilancio familiare, rinunciare a fare studiare i figli, non poter pagare più un muto e perdere la casa, rimandare o rinunciare a cure mediche e momenti di svago.
Il presidente del Movimento popolare Dignità e Lavoro Mario de Luca, visibilmente soddisfatto della sentenza, ricorda il lungo iter che lui e i colleghi/ghe hanno percorso per salvare i posti di lavoro, che erano stati messi a rischio dapprima con la cassa integrazioe e la mobilità ingiustificate dall’allora andamento aziendale, e poi con la chiusura e il fallimento:” Nel 2003 i vertici aziendali mi chiamavano fomentatore, ma, nonostante i sindacati confederali e le amministrazioni che si sono susseguite non ci abbiano aiutati, la storia poi ci ha dato ragione. All’epoca erano già presenti in consiglio comunale gli stessi volti di oggi, ma nessuno si è mostrato davvero solidale con noi, tranne Giuliana Labria e Silvia Minardi“.
A questo proposito abbiamo sentito Enzo Salvaggio, che in parte smentisce le parole amare di De Luca, dicendo che durante l’Amministrazione Invernizzi sono stati presi alcuni provvedimenti:”Con una delibera abbiamo fatto accedere il Movimento popolare Dignità e Lavoro al tavolo con ATS, Polizia Municipale e Provinciale e Comune, per il piano di smaltimento rifiuti; fu fatto un accordo con la proprietà, che nel frattempo passò a Unicredit, un piano di bonifica di 800 tonnellate di amianto e fibre aereovetrose e- continua Salvaggio- infine cambiammo il Piano di Governo del territorio togliendo la parte residenziale e commerciale di 45.000 mq e i 14.000mq dell’area Cral dal piano industriale, per mantenere il parco come area ad uso pubblico.” Salvaggio dice che la non costituzione di parte civile del Comune, allora retto da Marco Invernizzi, fu da imputare al non corretto supporto dato dal Segretario comunale al Sindaco, nella gestione della questione. Invernizzi fu invece l’unico Sindaco e politico locale che andò personalmente a portare ai dipendenti Novaceta la solidarietà del Comune e dei cittadini di fronte al Tribunale di Milano, dove si tenevano le udiente del caso Novaceta” -ricorda ancora Enzo Salvaggio.
Da Mario De Luca apprendiamo che c’è ancora il problema dell’amianto della centrale termoelettrica non ancora smaltito e del reparto di torcitura, costruito negli anni ‘80 su un’ area della vecchia SNIA Viscosa, che non fu mai bonificata, contenente altri materiali molto pericolosi per la salute dei cittadini. Su queste due aree si affaccia il terreno di 45.000 mq, già lottizzato, destinato ad uso abitativo e commerciale.
De Luca, poi, ci fa vedere un progetto completo per il recupero strutturale di tutti gli impianti e dell’area esterna, e dice ” Vorremmo che la sindaca Chiara Calati si pronunciasse sul futuro di questa proprietà , che è già stata lottizzata. C’è un segreto di Stato ? L’associazione RiParco ha cercato di mantenere vivo e fruibile dalla comunità questo luogo, fin’ora; abbiamo investito soldi, impegno, ore di lavoro e abbiamo diversi progetti in atto con scuole, gruppi sportivi ( a breve sarà di nuovo agibile anche il campo di calcio) per attività destinate a tutti i cittadini.”