TURBIGO – “Sono una lettrice accanita dei suoi libri…” ci dice una turbighese mentre sta infilandosi nella Sala delle Vetrate del palazzo De Cristoforis per prendere gli ultimi posti rimasti. Tante le donne che hanno assiepato la Sala martedì 7 maggio per incontrare de visu il loro scrittore preferito. MAURIZIO DE GIOVANNI (Napoli, 1958) ha sorpreso e riscosso un notevole successo con Le parole di Sara, la storia d’amore di una donna invisibile che trascina i lettori nei luoghi impalpabili del cuore e dei sentimenti. Introdotto da Amanda Colombo di “Incipit-eventi culturali e letterari “ di Legnano, l’autore ha raccontato come ha incontrato Sara per la prima e ultima volta: “Una notte sul tardi…ero andato a teatro e poi a cena (noi a Napoli usiamo così) e ritornavo a casa in motorino. Arrivato nell’androne del palazzo incrocio gli occhi di una donna sui 50 anni, con i capelli bianchi, con lineamenti fini…Penso che abbia bisogno di qualcosa e mi rivolgo a lei… No, mi dice, non ci sono problemi, stavo solo guardando….e poi si allontana velocemente”.
La mattina dopo sapevo tutto di lei. La scrittura è un’attività solitaria, come la lettura – dice De Giovanni. Tra lo scrittore e il lettore si crea un feeling, che permette di prendere il volo. E quando si arriva in un certo posto è necessario conoscere il contesto: mentre i paesi hanno ancora un’identità, le metropoli l’hanno persa da tempo. Lì la solitudine è ancora più difficile da sopportare ed è proprio nelle città metropolitane che vivono gli ‘invisibili’. Sara è uno di questi: non si trucca, non si tinge i capelli, non guarda in faccia a nessuno e quando cammina ha il capo chino. Una donna sola per scelta, di una solitudine obbligata, necessaria per continuare a vivere. Sara è una donna che convive con un dolore immenso…un amore perduto, quello di Massimiliano, per il quale aveva lasciato il marito e il figlio. Poi Max si ammalò e morì… ma continua ancora a parlare con lei e per ascoltare le sue parole ha bisogno della solitudine…