TURBIGO – Chi scrive ha elaborato, in tanti anni di ricerca storica, una sorta di ‘Storia delle Vie turbighesi’ e bontà volle che fosse ospitata sul sito comunale nell’area tematica ‘Guida turistica’. Impossibilitato a pubblicarla in un libretto come avremmo voluto, speriamo che sul web resista al passare del tempo, ma ne dubitiamo.
Fu un decreto imperiale del 1786 a cambiare le cose. L’imperatore d’Austria, Filippo II (che governò parecchi anni con la mamma, Maria Teresa) era un razionalista, tant’è che passava il tempo a preparare decreti proprio per il piacere di organizzare, sistemare, ordinare…Progettava addirittura gli spazi pubblici che intendeva mettere a disposizione della ‘sua’ Vienna che raggiunse il massimo splendore nel periodo ‘giuseppino’.
L’imperatore trovava disdicevole che per indicare un recapito l’indirizzo doveva essere il seguente: “Giù dal ponte di San Damiano, passata la Croce, la prima strada a sinistra!” Nel decreto si diceva che su ogni cantonata di strada doveva comparire u nome derivato da nomi propri, dal mestiere esercitato in modo prevalente in quella Via, oppure da una peculiarità geografica riconosciuta da tutti, tratto distintivo del luogo. Ogni casa poi, doveva essere indicata da un numero civico… Sono passati più di due secoli, ma l’obiettivo non è stato ancora raggiunto, al punto che la numerazione civica turbighese è ferma agli anni Settanta e sono stati gli stessi cittadini ad arrabattarsi aggiungendo lettere dell’alfabeto alle porte di casa non numerate ufficialmente dal Comune.
VIA MATTEOTTI – Si tratta di una delle Vie più antiche del paese che conduceva a Lonate Pozzolo, ma nella sua storia fu chiamata anche Via ‘Vittorio Emanuele III’, Via ‘Ettore Muti’, ma la sua denominazione originaria era ‘Via dei Bari’.
C’è anche una croce sull’angolo che, oltre ad essere importante dal punto di vista catastale, rappresentava una fermata della processione dei Campi