La notizia ha del clamoroso e potrebbe sconvolgere tutto l’ambiente Fifa: l’ex presidente Uefa Michel Platini è stato, arrestato con l’accusa di corruzione per l’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar. Secondo il sito francese Mediapart, la vecchia gloria juventina, nonché tre volte pallone d’oro, sarebbe già stato portato nell’Ufficio anticorruzione della polizia giudiziaria.
Non è il primo misfatto che coinvolge il francese: già nel 2015, dovette lasciare l’incarico di presidente Uefa perché sorse un’altra accusa nei suoi confronti, che lo vedeva colpevole di aver percepito circa 2 milioni di franchi svizzeri da Sepp Blatter, dimessosi da Presidente della FIFA il 21 dicembre del medesimo anno. Il comitato etico, allora, lo sospese per 90 giorni, che in seguito diventarono 8 anni, ridotti prima a sei e poi a quattro. Nel 2018, tuttavia, la magistratura svizzera lo scagionò da ogni accusa.
LA CORRUZIONE NELL’AMBIENTE FIFA: UN LEITMOTIV PLURIENNALE
L’ambiente della massima organizzazione calcistica mondiale è purtroppo affetto da una grave, e forse inguaribile, patologia, la quale sta facendo perdere completamente credibilità all’intero organo: la corruzione. Il caso Platini si aggiunge, infatti, ad una lunga serie di polveroni che hanno stravolto i piani alti della FIFA: uno su tutti, che a noi italiani riguarda in maniera particolare, è certamente il complotto dei Mondiali del 2002 in Corea del Sud, nato con lo scopo di favorire i padroni di casa e avente un nome ed un cognome: Byron Moreno. L’arbitro ecuadoriano (arrestato nel 2010 all’aeroporto JFK di New York perché trovato in possesso di 6 kg di cocaina) adottò un metro arbitrale a dir poco scandaloso nei match che vedevano la Corea del Sud contrapposta a Portogallo, Italia e Spagna. Il designatore arbitrale di quell’edizione della Coppa del Mondo fu, tuttavia, arrestato e la posizione di Blatter, con il quale Platini era molto legato, cominciò a vacillare pericolosamente. Nel 2010, Jack Warner, braccio destro dello stesso Blatter, si consegnò alle forze dell’ordine a seguito della scoperta di una mail che confermava il pagamento di una tangente da 10 milioni di euro per l’assegnazione dei Mondiale, in programma in quell’anno, al Sudafrica. Nel 2015, Blatter abbandonò la carica di presidente e al suo posto venne eletto l’italo-svizzero Gianni Infantino.