SAN VITTORE OLONA) – Un luogo piacevole, un rifugio speciale e unico. E’ la stanza multisensoriale che è stata inaugurata nel pomeriggio di ieri, presso il Nucleo Alzheimer della Casa Famiglia di San Vittore Olona di Fondazione Mantovani.
UN RIFUGIO SICURO PER IL PAZIENTE E I SUOI FAMILIARI – “La ‘sensory room’ – spiega il dottor Tiziano Camnasio, pneumologo e Direttore Sanitario del Gruppo – permette di ricreare al suo interno le esperienze che riguardano i nostri sensi: la vista, l’olfatto, il tatto, l’udito. Si realizza così – sottolinea il medico – un ambiente attento alla persona dentro al quale regnano fiducia, rispetto e attenzione verso il paziente. Condizioni essenziali nella relazioni con soggetti fragili, affetti da una patologia così invalidante e degenerativa che distrugge lentamente e in modo progressivo le cellule del cervello”.
LA ‘STIMOLAZIONE DOLCE’, PER UNA MIGLIORE QUALITA’ DELLA VITA – La stanza multisensoriale si configura come uno spazio in grado d’incidere positivamente sulla qualità della vita dei residenti. Luci soffuse, aromi che stimolano i ricordi di una vita, immagini e suoni rilassanti, un pavimento che sembra un prato. Elementi che, se da un lato, non aumentano le capacità cognitive del paziente, dall’altro, secondo quanto dimostrato in lettura scientifica, contribuiscono a calmare il comportamento aggressivo e a migliorarne l’umore. “Questa ‘stimolazione dolce’ – osserva il Direttore Sanitario – assume un particolare significato: consente di limitare quei cambiamenti di personalità e disturbi del comportamento che sono spesso associati all’incedere della malattia”.
IL CONTESTO SI ADEGUA ALLE ESIGENZE DEI RESIDENTI – “L’attenzione del Gruppo al fine di migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer e da ogni altra forma di demenza – rimarca il Direttore Generale Michele Franceschina – ci ha condotto nel corso degli anni ad affiancare alle modalità di cura più tradizionali, interventi di tipo non farmacologico. Questo al fine così di limitare i numerosi disturbi che sono collegati a tale patologia in modo dolce, rivoluzionando l’approccio: è il contesto che si adegua alle esigenze delle persone malate e che a causa del declino cognitivo non sono più in grado di comportarsi in modo adeguato all’ambiente”.
IL PERCORSO DELLE TERAPIE NON FARMACOLOGICHE NELLE CASE FAMIGLIA – Queste ultime costituiscono, infatti, un approccio terapeutico di comprovata efficacia, basato su un’ampia raccolta di dati, che si prefigge, in modo complementare alla terapia farmacologica, di limitare i disturbi del comportamento al fine di contrastare la disabilità-fragilità legata alla patologia stessa. Nel 2014, con la collaborazione del dottor Ilvo Cilesi, inizia il Percorso delle Terapie Non Farmacologiche nelle Case Famiglia del Gruppo Fondazione Mantovani – Sodalitas. Tipologia d’interventi che riguarda le strutture dove insistono nuclei protetti per persone affette dalla Malattia di Alzheimer (Cormano, Villa Cortese, San Vittore Olona, Bussero, Cologno Monzese e Busnago).
“Le Terapie Non Farmacologiche –sottolinea Lucrezia Mantovani, referente Progetti Alzheimer- favoriscono la stimolazione delle capacità cognitive residue, come i processi della memoria e/o incidono sulle problematiche comportamentali dei pazienti affetti da Alzheimer”.
Progressivamente sono stati così implementati i diversi approcci: Doll Terapy (terapia della bambola), Terapia del Viaggio, Musicoterapia recettiva ed ambientale, terapia occupazionale, fino alla stanza multisensoriale (‘Sensory Room’) di San Vittore Olona, caratterizzata dalla presenza, unica ad oggi, di un prato in erba sintetica, così da stimolare tutta la sfera sensoriale del paziente.
L’IMPEGNO COSTANTE DEL GRUPPO – A partire dal convegno dell’ottobre 2015, svoltosi presso il Centro Congressi di Rho, organizzato in collaborazione con il Center ON Aging dell’Università di Miami e che ha radunato alcuni dei principali professionisti mondiali della materia, quello di Fondazione Mantovani sul fronte dell’Alzheimer è un impegno costante. Tanto più alla luce delle statistiche, in base alle quali tra vent’anni il numero degli ‘over 65’ rappresenterà un terzo della popolazione generale; inoltre, considerando i soli Paesi dell’Unione Europea, già dal 2020 le persone affette da demenza saranno oltre 15 milioni, di queste circa un milione solo nel nostro Paese. Il tutto con dei costi sociali notevoli. Se, infatti, nel 2008 la cifra relativa era pari a 160 miliardi di euro nei Paesi UE, la previsione di crescita esponenziale entro il 2030 è del 43%.
All’inaugurazione sono intervenuti anche i sindaci di San Vittore Olona Daniela Rossi e Nuccia Berra di Cerro Maggiore che hanno rimarcato il servizio fondamentale che svolge la struttura di Fondazione Mantovani sul territorio.