Regione Liguria – Il coordinatore nazionale forzista in tandem con la vice presidente della Camera Mara Carfagna, mette a nudo il suo futuro e la sua visione di rilancio del partito di Silvio Berlusconi. Toti si dice pronto a lasciare FI nel caso in cui gli vengano negate le primarie.
Alla vigilia del secondo board delle regole in casa Forza Italia, il governatore della regione Liguria, nonché coordinatore nazionale , Giovanni Toti, lancia un messaggio molto chiaro in una diretta Facebook dal suo ufficio attorno alle 14: “In FI, la negazione della realtà è ormai diventata la stella polare da seguire. Continuiamo a perdere e perderemo pezzi della classe dirigente, abbiamo dimezzato i consensi e perso milioni di voti, ma c’è chi dice che io abbia stufato. Secondo me, ha stufato proprio quella classe dirigente dove anche i giovani sembrano più vecchi di dieci anni, i nuovi amministratori, i nuovi arrivati, i nuovi parlamentari sono tenuti più o meno come pupazzi impagliati per sola motivazione di tutelare il potere delle poltrone dei soliti noti, senza lasciare che possano contribuire attivamente alla vita del nostro movimento, del nostro partito e di un centrodestra più ampio. Continuiamo a dire che la Lega debba abbandonare questo Governo con il Movimento 5 stelle, che effettivamente non ci soddisfa – prosegue Toti – eppure offriamo un partito sempre più esangue, che naviga intorno al 6% e forse scenderà al di sotto di questa cifra, un’opposizione parlamentare sempre più simile a quella del PD, con delle scelte che francamente non riesco a capire, quali il voto contrario al taglio dei parlamentari (sento anche parlare di abbandonare l’aula durante la mozione per la Tav solo per dispetto a chi dovrebbe essere un nostro alleato). Io non voglio un partito succube di Salvini e dei sovranisti, chi lo dice appartiene a quelle persone che hanno reso il partito proprio succube dei nostri alleati e irrilevante politicamente. Tradimento a Toti? Ho accettato una carica che ho sempre detto di non voler abbracciare, in quanto sostengo che le nomine debbano provenire dai territori, oltre al fatto che ciò faceva parte di un grosso processo di cambiamento immediato. Ho fatto proposte semplici – spiega il governatore azzurro – fare di Forza Italia una casa comune di tutti noi, per superare sé stessa, per pensare ad un contenitore più ampio dove tutti potessero trovare dimora, in cui la classe dirigente venisse momentaneamente congelata in favore di un giudizio da parte dei militanti. Sono state richieste da parte mia primarie aperte, commissioni di garanzia e un confronto di idee. Se ciò non sarà, non intendo essere complice della disfatta di una storia gloriosa, le mie dimissioni sono già sul tavolo. Domani andrò al board delle regole, ma non sarò alleato di chi non vuole un cambiamento”.
Un discorso trasparente che mette luce sul futuro sia del coordinatore forzista sia del clima che si respira all’interno del partito di Silvio Berlusconi. Qualora si dovessero concretizzare realmente le dimissioni di Toti, questi potrebbe sposare il progetto di Fratelli d’Italia, a cui fu molto vicino poche settimane prima delle elezioni europee, oppure intraprendere un cammino indipendente, fondando un suo partito. Non impossibile un suo ingresso anche all’interno della Lega. La verità, in ogni caso, verrà alla luce domani, al termine dell’incontro tra Toti stesso, Mara Carfagna, Antonio Tajani, Mariastella Gelmini e Annamaria Bernini.