TURBIGO-TINELLA. Al rientro, all’imbrunire, dalla pizzeria, incrociamo un vasto gregge di pecore all’altezza del territorio di Nosate, al confine di quello che fu in territorio di Tinella, un paese ‘mangiato’ dalla storia, al tempo dello scavo del Canale Industriale d’inizio Novecento. Nel mio archivio mentale c’era però un fatto importante: un pastore era stato ucciso da un fulmine proprio lì, nello stesso posto in cui si trovava il gregge!
E così, a casa, tra la montagna di libri di storia locale che ho raccolto in cinquant’anni di passione, dopo qualche ora, sono riuscito a rintracciare il libricino di Franco Bertolli e Dino Marino Tognali dal titolo ‘La transumanza delle greggi dall’Alta Valcamonica alle rive del Ticino ’ dove si parla, appunto, del ‘Sass pastùr’ ossia del fulmine che il 20 maggio 1771 uccise Pietro Bono insieme a 36 pecore. ‘Pregate’ cosi si legge, alla fine, sul Sasso che si innalza nel bosco, a perenne ricordo di una disgrazia, il ricordo di una vita scavato nel serizzo, che mani pietose salvaguardano dall’ingiuria del tempo, in memoria di un giovane pastore che non è stato dimenticato. Tutto quello che viene fatto per amore (il cippo) rimane per sempre, al di là del bene e del male!