CUGGIONO . Una conferenza stampa, in data odierna, introdotta dal Sindaco e dal Direttore generale ha illustrato i tre giorni (13-14-15 dicembre) n cui si articolerà la ‘festa di compleanno’ dell’ospedale che si sposa puntualmente con la data dell’8 dicembre 1929 in cui l’ospedale divenne ‘di Circolo’, una struttura molto legata al territorio del Castanese. Oggi fa parte dell’ASST Ovest Milano, alla quale fanno riferimento tre altre strutture (Magenta, Abbiategrasso, Legnano) e vanta alcune eccellenze (tra le quali l’Hospice, la chirurgia della spalla…) e, a breve, – ha detto il DG – sarà aperto un reparto per ‘Sub-Acuti’ (18 posti letto) che si inserisce nella nuova concezione del presidio ospedaliero che si occuperà delle patologie croniche come il diabete e la cardiologia.
Questa la storia quasi secolare, dello ‘spedale’, ma le origini, sono più antiche e risalgono al primo Ottocento e portano il cognome dei ‘Beolchi’.
I NOBILI BEOLCHI
Premesso che il primitivo ospedale, ‘Luogo Pio Beolchi’, fu istituito dalla nobile Donna Geltrude Beolchi con testamento del 21 settembre 1825, dobbiamo rendere grazie a questa famiglia originaria di Beolco, attuale frazione di Olgiate Molgora.
Alcuni membri di questa nobile famiglia risultano presenti nel territorio del Castanese sin dal XIII secolo. C’è ancora una roggia, alla Padregnana, che porta tale nome. Capostipite fu Ambrogio, padre di Pietro, che fu uno dei 900 Decurioni di Milano (1474), da cui Giovanni, ricco mercante e questore nel 1494, così come il figlio Francesco. Avevano vaste proprietà nei territori di Cuggiono, Robecchetto con Induno e Malvaglio e agli abitanti di questi Comuni rurali fu destinato l’originario ospedale. Sono molte le notizie che documentano la presenza di questa famiglia nei nostri territori e, per non tediare, rimandiamo il lettore interessato ad altre pubblicazioni (La storia di Induno-Malvaglio, Padregnano-Robecchetto, 1997) dove sono documentati i legami che i Beolchi, nella loro secolare permanenza nel territorio del Castanese, ebbero con famiglie patrizie importanti come i Fagnani, i Bossi, gli Arconati. E’ provato che i Beolchi avevano legami di sangue con i Bossi di Induno e i Della Croce.
Nel 1665 la famiglia si trasferì in pianta stabile in quella che oggi è la Casa di Riposo di Cuggiono. Era la loro ‘Casa delle Vacanze’ si direbbe oggi, anche perché i Beolchi mantennero sempre fissa la loro residenza milanese, dove svolgevano i loro affari e dov’erano inseriti nell’élite economica del tempo. Sappiamo ancora, da un testamento del 1716, che i beni dei Beolchi furono allora divisi fra i due fratelli Angiolo Maria e Carlo, anche perché due sorelle erano monache nel convento di San Michele di Lonate Pozzolo e Giovanni Battista era arciprete di Cuggiono
I LEGATI ‘PERPETUI’ UNITI NEL NOME DELL’OSPEDALE
Con il suo testamento del 21 settembre 1825, Geltrude Beolchi, ordinò l’unione delle sue sostanze con il Luogo Pio ‘S.Benedetto Abate’, istituito dal cuggionese Benedetto Gualdoni con testamento del 4 aprile 1762, con il quale già auspicava l’erezione di un ospedale per i poveri del paese, con partecipazione degli abitanti delle parrocchie di Malvaglio e Robecchetto, dove la presenza della famiglia Beolchi era presente da secoli. La sostanza ereditata – scrisse l’amministratore Angelo Bossi – in una lettera del 27 gennaio 1829 diretta all’Imperial Regio Commissariato Distrettuale – si aggirava sulle 400mila lire. All’unione dei due legati Beolchi-.Gualdoni si aggiunsero in seguito:
– Legato Crespi, disposto da Francesco Crespi con suo testamento del 21 marzo 1842 a rogito del notaio Giuseppe Locati;
– Legato Raiberti, un lascito per acquisto libri di medicina e chirurgia e sussidi ai convalescenti poveri;
– Legato Calcaterra ingegner Temistocle, 50mila lire messe a disposizione per il mantenimento dei malati cronici di Cuggiono;
– Legato Cislaghi ragionier Giovanni, 35mila lire messe a disposizione per acquisto ferri chirurgici;
– Luogo Pio della Beata Vergine Assunta. Si ignora il nome del fondatore, risalendo il legato ad epoca immemorabile, ma dai documenti è noto che tali risorse erano utilizzate per distribuire sussidi in denaro a domicilio agli infermi cronici poveri della parrocchia di Cuggiono che avessero il domicilio da almeno due anni in paese;
– Legato marchese Giorgio Clerici. Fondato con testamento del 10 luglio1660 aveva lo scopo di erogare tre doti a nubende della parrocchia di Castelletto di Cuggiono ed aveva una rendita annuale di 42 lire. I Clerici, più dei Beolchi, erano ricchissimi. Facevano parte di quella nobiltà milanese del Seicento che non pagava le tasse. Il palazzo Clerici a Castelletto è ancora lì a documentare l’enorme ricchezza di questa famiglia di cui Giorgio fu il capostipite;
– Legato marchese Carlo Piantanida. Già feudatario di Cuggiono, il legato fu istituito con testamento del 31 gennaio 1811 e consisteva nell’assegnazione di sei doti a nubende e contava su una rendita annuale di 522 lire;
– Legato Benedetta Ruggiroli fu disposto con testamento del 9 dicembre 1817 anche qui per la distribuzione di doti alle nubende povere;
– Legato Giuseppe Margherita il quale trae origine dal testamento del 14 febbraio 1861, sempre a favore di nubende povere;
– Legato Monsignor Francesco Strada, istituito con testamento del 20 novembre 1849, sempre allo scopo di sostenere nubende povere;
– Causa Pia Riva. Fondata con testamento olografo del 23 marzo 1833 dal sacerdote Luigi Riva, parroco di Castelletto aveva lo scopo di distribuire sussidi ai poveri infermi.
Inoltre, Carlo Zenoni, agente di Casa Annoni, sindaco di Cuggiono dal 1860 al 1862 e dal 1871 al 1876, oltre ad istituire l’Asilo Infantile, donò la somma di 10mila lire all’Ospedale; Donna Carolina Annoni Marinoni versò 14 mila lire per mantenere due letti per le inferme croniche; Francesco Soma nato a Cuggiono nel 1817, pur abitando a Milano con testamento del 1901 lasciò tutte le sue sostanze all’Ospedale Beolchi.
Furono le rendite di questi legati perpetui a permettere l’istituzione di un ospedale dei Poveri, secondo il modello della Cà Granda milanese che era stata aperta con qualche secolo d’anticipo.
L’ OSPEDALE DEI POVERI DEI SS. BENEDETTO E GELTRUDE (1825)
L’Ospedale dei ‘SS. Benedetto e Geltrude e Legati Perpetui Uniti’ prese il nome dai due donatori, ma successivamente fu semplicemente denominato ‘Ospedale Beolchi’, poi di Circolo. Fu eretto in ‘Ente Morale’ con Regio Decreto 24 aprile 1864 e fu subito regolato da uno Statuto che rimase in vigore fino al dicembre 1929. Nel 1930 fu trasformato in ‘Ospedale di Circolo’ a servizio degli ammalati dei Comuni di Cuggiono, Arconate, Bernate Ticino, Buscate, Castano Primo, Inveruno, Mesero, Nosate, Robecchetto con Induno e Turbigo.
Al tempo (1930), l’Amministrazione era originariamente composta dall’Arciprete di Cuggiono, dal presidente della Congregazione di Carità, da quattro membri nominati dal Podestà e da altri tre membri nominati dal Prefetto su designazioni presentate dai Podestà dei Comuni di Circolo in ragione di uno per ogni Comune.
L’OSPEDALE DI CIRCOLO (1929)
La trasformazione dell’Ospedale ‘dei poveri’ in ospedale ‘di Circolo’ avvenne attraverso l’assegnazione della somma di un milione di vecchie lire per la costruzione dell’attuale fabbricato (ad esclusione dell’ala nuova realizzata in tempi recenti) ospedaliero che aveva una capacità di 80 posti letto (originariamente erano 40). C’è una lapide che ricorda l’evento dell’otto dicembre 1929 – VIII E. F. che ricorda la figura e l’opera del conte ingegnere Carlo Cicogna, podestà di Cuggiono, “che iniziò e seguì con amore e con ansia fino all’estremo giorno della sua vita operosa la realizzazione del nuovo edificio ospedaliero”. Difatti, l’attuale ospedale fu costruito in una zona completamente diversa dal sito originario. Il ‘Vecchio Ospedale’ divenne proprietà comunale e successivamente ceduto al nascente istituto Mater Orphanorum fondato da padre Antonio Rocco, somasco, per accogliere orfanelle di guerra o comunque abbandonate dai genitori.
L’ospedale ebbe sempre infermiere laiche fino a quando, nel 1929; in seguito al lascito di 100mila lire dell’ingegnere Carlo Cornelli (l’ideatore della centrale elettrica, il quale portò la luce elettrica in paese) vennero licenziate e sostituite con otto suore del Cottolengo di Torino (rimaste fino al 1988).
La casa d’abitazione per l’assistente ecclesiastico dell’Ospedale fu costruita totalmente con le offerte raccolte dall’arciprete Luigi Motta (nato a Turbigo il 4 aprile 1856 e morto a Cuggiono il 3 ottobre 1936) che meriterebbe a sua volta un lungo articolo.
LE NUOVE ‘ALI’ DELL’OSPEDALE
Nell’estate 1954 iniziarono i primi lavori di restyling, ma fu solamente nel 1974 che prese corpo il nuovo blocco operatorio ed il Pronto Soccorso. Poi ci fu la costruzione di un nuovo padiglione.
Era il tempo della riforma sanitaria: dai Comitati di Zona (legge regionale 37/1972) si passò alle Unità Socio Sanitarie Locale (U.S.S.L.) dove la ‘gestione politica’ della salute aveva preso il sopravvento, per arrivare infine alle Aziende Sanitarie Locali (A.S.L. poi ASST), dove l’aspetto manageriale delle strutture sanitarie sembrerebbe aver preso il sopravvento. Nel 1994, l’ospedale di Cuggiono aveva 240 posti letto ed i ricoveri erano stati 7600 circa.
Il futuro del ‘nostro ospedale è stato assicurato dall’attuale Direttore Generale di ASST Ovest Milano, Fulvio Edoardo Odinolfi, nella conferenza stampa tenuta oggi 3 dicembre 2019.
FOTO La prima sede dell’Ospedale