ROBECCHETTO CON INDUNO – Il Sepriensis Comitatus si estendeva dal fiume Seveso al Lago Maggiore. Il capoluogo era Castelseprio, l’antica Sibrium, dove si batteva moneta che, dopo la dominazione romana, divenne un importante centro bizantino, poi longobardo. Toponimi documentati S. Maria in Binda in la pieve di Dairago segnano il tempo dei Ducati longobardi, superati dai carolingi che suddivisero il territorio in Marche, Contadi e Pievi. I Conti del Seprio governarono un vasto territorio, così delineato: il torrente Lura da una parte, linea di demarcazione con il contado della Martesana e la diocesi di Como, mentre a sud il confine costeggiava la riva sinistra del Ticino fino a toccare il contado bulgariense a Padregnano.
All’interno del Contado, Castelseprio, divenne roccaforte dei Torriani (XIII sec.) e fu il centro della lotta all’ultimo sangue che si svolse tra Visconti (nobili) e Torriani (popolari). Dopo la battaglia di Desio (1277), i Della Torre sopravvissuti o erano prigionieri o in fuga verso Aquileia.
FOTO Il luogo preciso dov’era il termine del contado del Seprio, rappresentato da un pinnacolo che posizionò lo Scattolini che abitò per decenni al Padregnano