La morte di un ‘collega’ del tempo che fu ci ha ricordato un impegno assunto quarant’anni fa di raccontare una storia conservata nel mondo impalpabile della memoria. Si tratta di una missione in Marocco per conto dell’Enel, per assistere alla costruzione e all’avviamento di una centrale termoelettrica (1980-1985). Ma poi c’era tutto il resto che abbiamo visto con i nostri occhi…
X – SPOSALIZIO MAROCCHINO. Su un carro trainato da un cavallo, sul quale c’erano dei bambini che ballavano al suono di tamburi e pifferi, compariva una donna velata in attesa di sposarsi, ma prima bisognava fare un giro per la città…
IN CANTIERE. All’interno del cantiere era nata una ‘bidonville’ costruita con le assi di imballaggio delle macchine destinate alla centrale. Per il pranzo di mezzogiorno arrivavano le donne al cancello portando un po’ di minestra, pesci e fichi d’india. Dopo gli uomini si sdraiavano sulla terra nuda al sole con in testa un berretto di lana.
Gli italiani si trattavano meglio. Mentre pranzavano parlavano delle passate trasferte. Una delle più cliccate era Bandar Abbas dove parecchi specialisti avevano avuto occasione di passare mesi-anni, anche perché l’impianto era mastodontico: 7 gruppi termoelettrici da 320 Megawatt (Franco Tosi). “Gli iraniani sono molto orgogliosi perché non hanno mai avuto una dominazione occidentale”. C’è un clima terribile: 50°C da marzo a ottobre e lavorare in cantiere è dura. Alcuni specialisti erano stati in Ghana dove ci sono miniere di di diamanti, di ferro e di manganese, minerali che venivano esportati così come estratti dalle miniere.
CAMPO DI GRANO. Per andare in cantiere ci si trovava davanti un grande campo di grano il quale, al mattino e alla sera, risultava circondato da donne che con fionde cercavano di difenderlo dall’assalto di passeri affamati.
1980 (18 novembre). ‘Marche Verte’, una sorta di ‘Festa della Liberazione’ per festeggiare il 25° anno dal colonialismo francese, che comunque ha portato viali alberati e una modernità che non è stata sufficiente a compensare la mancanza di libertà dei marocchini. La comunità italiana di Mohammedia era di 2800 persone (c’è anche l’Impregilo, un’eccellenza italiana, che stava costruendo il porto, la stessa che sta realizzando, oggi, a tempo di record, il ponte caduto a Genova il 14 agosto 2018). ‘Gli uomini di Gela’erano una comunità a parte: tutti alti uguali, tutti elettricisti!
L’ALBERO DI CARTA (Natale 1980). Lucy ha disegnato un albero su un foglio di carta, l’ha ritagliato e poi l’ha appiccicato sul muro. Ha acquistato delle striscette colorate di verde al fine di realizzare una ‘costruzione’ simile a quella di un pino natalizio. Sui rami abbiamo appeso gli auguri natalizi che arrivavano dall’Italia. Veniamo a sapere della grave malattia di Fendo che se ne sarebbe andato nel giro di sei mesi.
VITA IN MAROCCO. C’erano ancora in giro bambini che portavano il pane fatto in caso al forno pubblico. Molti marocchini curavano il mal di testa bruciando delle canne da zucchero e aspirandone i fumi. Con la pelle del melograno, seccata al sole, ottenevano un infuso benefico. Il male agli occhi a seguito di un colpo secco veniva curato con latte di tetta femminile. I barbieri marocchini facevano le circoncisioni ai bambini di un anno e mezzo (gli ebrei la fanno il 7° giorno dalla nascita). Avevamo trovato la ‘Nutella‘ a Casablanca ad un costo iperbolico. Tra le tante cose, anche un tentato furto del portafogli alla Medina di Casablanca sventato miracolosamente anche perché conteneva 1500 dollari!
Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la Cooperazione Scientifica e Tecnica. Scuola Elementare di Casablanca a.s. 1980/81. Valutazione trimestrale. La bambina ha dimostrato fin dal primo momento di avere notevoli attitudini allo studio. Svolge sempre il suo lavoro con ordine, accortezza e precisione. I progressi sono stati notevoli in tutti i campi. Molto ricca di fantasia e di personalità. Insegnante Stella con Insegnante di arabo. Peccato che nel marzo 1981 prese il morbillo.
La morte di Fendo, il ritorno in Italia, Ahia, la bonne chiede i bicchieri della ‘Nutella’…
Salutations