La morte dei ‘colleghi’ del tempo che fu ci ha ricordato un impegno assunto quarant’anni fa di raccontare una storia conservata nel mondo impalpabile della memoria. Si tratta di una missione in Marocco per conto dell’Enel, per assistere alla costruzione e all’avviamento di una centrale termoelettrica (1980-1985). Ai miei due-tre lettori dedico questa ultima puntata, ricordando che si scrive, innanzitutto, per se stessi.
XI – Il grande bisogno di energia del Paese era dovuto anche alla grande aridità del 1980 che era proseguita anche nel 1981, con l’impossibilità di produrre energia con centrali idroelettriche. Inoltre, era in programma un Summit arabo a Fes a fine dicembre e la disponibilità energetica di un gruppo termoelettrico da 150 Megawatt era indispensabile. Ragion per cui si decise di muoversi per il primo parallelo, anche perché così facendo il cliente, ossia l’Office Nationale de l’Electricité (ONE), avrebbe accettato la marcia semindustriale del gruppo, pagando il corrispettivo, dopo il quale l’impianto sarebbe stato gestito direttamente dai tecnici marocchini che erano stati addestrati dall’Enel.
IL PRIMO AVVIAMENTO. La mattinata avanza e, dopo la risoluzione in extremis di un problema sulla bobina dei blocchi elettrici posta nella cassa comando della turbina, si comincia ad aprire il by-pass (la caldaia era già pronta da tempo) di alta e bassa pressione. Si fa così il vuoto e si manda vapore alle tenute turbina. A questo punto il vapore comincia ad arrivare alla turbina facendone aumentare i giri, a poco a poco, con una accelerazione bassa, sperando che tutta vada bene (lo specialista della regolazione turbina, che auscoltava il cuore della macchina, sorrise quando furono oltrepassate le velocità critiche). Si arriva così a tremila giri… Dopo le prove elettriche, che occupano tutto il pomeriggio, alle 17 si è tutti pronti a fare il parallelo del gruppo con la rete. L’atmosfera è elettrizzata, sotto tutti i punti di vista. Alle 17.40 del 30 ottobre 1981, primo giorno dell’anno marocchino 1402, la macchina è in parallelo. Si osserva il carico elettrico, lo si scompone nelle sue componenti, si seguono le temperature dei metalli…E’ tutto ok! Arrivano le bottiglie di champagne…Qualcuno raccoglie i tappi sui quali scrive la data insieme alle firme dei colleghi… E’ un successo!
LA PUERTA DEL SOL. La notte di Casablanca raccoglie le tensioni ancora latenti degli uomini che avevano fatto del lavoro la propria droga che poi, per scordarselo, avevano bisogno di emozioni altrettanto forti. A Casa ci si infila tutti alla ‘Puerta del Sol’. Ci sono ‘donne’, si balla, si beve, e capita di trovarsi davanti a strane figure, con tette ‘pensili’, profumate a suon di ‘paradiso perduto’, delle quali però non c’è certezza sul sesso (lo si scopre all’ultimo momento). Chi scrive era incappato in una di queste e stava già salendo le scale per andare in camera se non fosse stato fermato da un collega con un perentorio:”Fermati!” non era del sesso giusto e correvo il rischio di fuggire con il ‘grappolo’ nelle mani…
FOTO veduta di Casablanca (1980)