II – Continua la nostra storia degli Amministratori turbighesi limitata ai nomi e cognomi. Il primo Sindaco, come abbiamo visto, fu il marchese Giuseppe De Cristoforos figlio di Tomaso il quale aveva lasciato la vita militare con il grado di capitano d’Artiglieria nel 1816. Aveva solamente 23 anni, ma era stato mutilato di una gamba in battaglia, a Reggio. A Milano abitava in corsia degli Amedei al civico n. 4178 e non riusciva più a vivere una realtà che non era più la sua. Da pensionato qual era diventato, aveva pensato di ritrarsi a vita privata in provincia e, per tale ragione, acquistò nel 1850 la Possessione di Turbigo e Uniti (8) dal marchese Erba Odescalchi. Alla sua morte il ‘Tenimento’ fu ereditato dal nostro Sindaco, che era nato a MIlano il 4 aprile 1820, tenimento che comprendeva terreni anche a Nosate e Castano. Aveva sposato Paolina Van Leuw di Bruxelles dalla quale ebbe un unico figlio, Luigi, nato a Turbigo l’11dicembre 1860. Una nascita che documenta come i De Cristoforis si fossero insediati stabilmente nel palazzo che oggi porta il loro nome.
Il secondo Sindaco, che allora era di nomina regia, fu Francesco Bussola. La legge prevedeva un certo turnover dei consiglieri comunali, ragion per cui, per chi osserva oggi le liste dei Consigli Comunli, i vari ‘estimati’ locali, si alternano in tutta la seconda metà dell’Ottocento.
IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 1863/5
Sindaco: FRANCESCO BUSSOLA
Assessore effettivi: TATTI Paolo; BONOMI Giuseppe
Assessore supplenti: POZZI Gaetano; GATTI Bernardo
Consiglieri comunali: 1 – BUSSOLA Giovanni; 2 – GUALDONI Carlo; 3 – CAVAIANI Giovanni; 4 – BUSSOLA Antonio; 5 – COLOMBO Antonio; 6 – COLOMBO Carlo; 7 – DE CRISTOFORIS nobile Giuseppe; 8 – CAVAIANI Zefiro; 9 – RIVA Francesco; 10 – CAVAIANI Vincenzo.
I Bussola arrivarono a Turbigo da Robecco sul Naviglio all’inizio dell’Ottocento. Giuseppe, il capostipite, faceva l’oste al ponte ed ebbe dieci figli. Uno dei suoi nipoti o bisnipoti, il dottor Carlo Bussola, di Fedele, nato a Turbigo il 6 aprile 1858, sarebbe diventato sindaco di Turbigo alla morte dell’ingegnere Paolo Tatti (1913), ma aveva precedentemente assunto la guida dell’Asilo Infantile, fondato nel 1904. Primario dell’Ospedale Maggiore di Milano aiutò il Maestro Franco Gianella, oriundo di Buscate, negli studi musicali.
Sono le tombe dei Bussola che aggiungono qualchecosa ad una storia di famiglia mai scritta. Di alcuni di loro si conservano le ceneri nell’angolo sinistro del primo campo del Cimitero civico. Una coutume (quella di incenerire i corpi, ritornata tristemente di moda oggidì) che ricorda l’impegno di Malachia De Cristoforis, in quanto primo presidente della società di Cremazione fondata a Milano nel 1876. Un motivo d’attrito con la Chiesa del tempo venne proprio dall’adesione di Malachia al movimento che propugnava la legalizzazione della cremazione. L’idea dell’incenerimento dei cadaveri, nata negli ambienti medici più influenzati dalle dottrine positivistiche, aveva una spiccata valenza anticattolica, in quanto mirava a sottrarre alla Chiesa la gestione della morte e del rituale funebre, affermando nel contempo i valori della scienza e del progresso (oggi il coronavirus ha cancellato i funerali). Medici e massoni furono, appunto, Malachia De Cristoforis (della stessa famiglia dei Nostri turbighesi) e altri esponenti molto noti a Milano come Gaetano Pini.
NELLA FOTO, Le tombe dei Bussola (nell’angolo destro del primo campo) ripulite e riordinate dalla Pro-Loco una ventina di anni fa. Alcune contengono solamente le ceneri dei corpi in quanto aderenti al movimento positivista promosso da Malachia De Cristoforis