Riproponiamo un articolo di don Giuseppe Marinoni che compare su Insieme, il periodico della Comunità Pastorale “Santa Gianna Beretta Molla e San Paolo VI”
Miei cari, eccoci in pieno tempo di ferie, cui seguirà ben presto il tempo della ripresa. Poi, fin troppo velocemente (perché i giorni volano) potremo congedare questo anno 2020, che per molti aspetti ricorderemo come anno problematico. Sarà l’anno del coronavirus, della pandemia, del lockdown. Mi domando: solo questo? Certamente memorizzeremo il 2020 come l’anno dove ci è stato detto innumerevoli volte e a più riprese:
“Non posso…”:
non posso uscire di casa per tutto il tempo del lockdown
non posso andare a scuola, al lavoro, al bar, in palestra
non posso andare a Messa
non posso andare a fare una corsa che allontani più di tanto da casa
non posso stare senza mascherina
non posso accostare chiunque altro per stringere una mano, abbracciare, baciare…
non posso … e chi più ne ha più ne metta: una specie di litania.
Un anno quindi, questo 2020, dove l’autorità dello Stato – per il nostro bene, lo sappiamo – ci ha imposto una serie di limiti necessari. E noi, che pensavamo di essere liberi di potere tutto, abbiamo dovuto fare i conti con tante limitazioni alla nostra libertà, tali da far nascere risentimento, frustrazione, violenza.
È per questo che invito tutti, in questi giorni di ferie, a riflettere su questi limiti per ri-suscitare dentro di noi i desideri più belli e compiere un piccolo passaggio dal “non posso…” al “mi manca…”.
Per esempio:
mi manca il tempo per stare insieme alla mia famiglia e per andare a trovare i miei amici – e sentiremo nascere dentro di noi il desiderio degli affetti più cari;
mi manca il momento per incontrare e rimanere con Gesù, cuore a cuore con Lui – ed ecco rinascere il nostro rapporto personale di fede in Gesù;
mi manca il proposito di visitare le bellezze paesaggistiche, naturali e artistiche della nostra amata Italia – e così scopriremo i tesori che caratterizzano il nostro Paese, per la sua posizione geografica, per la sua storia, per l’arte;
mi manca di trovare il lavoro – e restituiremo dignità alla nostra vita e alla nostra famiglia;
mi manca il tempo tanto prezioso per rientrare in me stesso – e ritroveremo in noi quei desideri, che rendono elevata e nobile la nostra esistenza. Miei cari, viviamo questa seconda parte del 2020 come una vera opportunità, come l’occasione per discernere ciò che può rendere la mia vita, insieme a quella altri, più bella, più buona, più felice. Non è proprio questa bellezza, questa bontà, questa felicità ciò che ci manca?
Buone vacanze! don Giuseppe